2010-08-30 14:55:34

Conclusi all'Aquila i riti della Perdonanza Celestiniana


Con la tradizionale chiusura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio si sono conclusi ieri sera all’Aquila i riti della Perdonanza, istituita nel 1294 da Papa Celestino V, per consentire a tutti fedeli che lo avessero desiderato di lucrare l’indulgenza plenaria. Anche quest’anno migliaia i pellegrini giunti nel capoluogo abruzzese, dove sono ancora evidenti i segni del terremoto di sedici mesi fa. Il servizio del nostro inviato all’Aquila, Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

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La Basilica di Santa Maria di Collemaggio, uno dei simboli dell’Aquila più cari ai cittadini del capoluogo abruzzese, è un cantiere in piena attività. Una copertura in plexiglas sostituisce la cupola, completamente crollata con la scossa del 6 aprile 2009. Ma tutto avviene lo stesso, normalmente: il percorso di riconciliazione con il Signore, voluto da san Celestino V, in questo particolare clima, ancora di vivo dolore ed evidente difficoltà, anzi acquista ancora più significato. Cinque familiari delle vittime del terremoto hanno partecipato all'offertorio della santa messa conclusiva e la stessa reliquia del corpo del Pontefice, al secolo Pietro Angeleri da Morrone, partecipa alla situazione di emergenza: appoggiata su un moncone di colonna, continua a ricevere la venerazione degli aquilani e dei fedeli giunti in città per assistere alla chiusura della Porta Santa, uno dei riti finali della Perdonanza. L’arcivescovo della città, mons. Giuseppe Molinari, spiega nell’omelia come il messaggio di Celestino in realtà valichi la sia pur drammatica realtà locale, per rivolgersi ai cristiani di tutto il mondo:

“Il cristiano non è l’uomo che continuamente è succube dei sondaggi e dei consensi dell’opinione pubblica. Il cristiano è sempre autenticamente libero, pronto a rendere ragione delle proprie scelte prima di tutto a Dio, che parla attraverso la coscienza di ognuno, attraverso il Vangelo e attraverso il magistero della Chiesa. Una volta che con sincerità abbiamo offerto disponibilità al dialogo e all’ascolto di tutti non dobbiamo aver paura di rimanere sempre fedeli a Dio, a costo di metterci contro il mondo intero”.

L’edizione di quest’anno della Perdonanza, inoltre, ha coinciso con la chiusura dell’Anno Celestiniano, indetto dal Papa in occasione degli 800 anni dalla nascita di Pietro da Morrone, un evento che ha portato quest’anno Benedetto XVI nei luoghi di Celestino V, soprattutto la diocesi di Valva e Sulmona, nella quale esiste ancor oggi l’eremo dal quale 716 anni fa il monaco si recò all’Aquila per l’incoronazione pontificia. Al vescovo della diocesi, mons. Angelo Spina, abbiamo chiesto che cosa rimane del messaggio celestiniano ai fedeli di oggi:

“Soprattutto l’avvicinamento alla Parola di Dio, alla preghiera, agli stili di vita cristiani coerenti e soprattutto a riscoprire la bellezza del Creato, a farne un uso e non un abuso ed anche a guardare il grande Santo, San Pietro Celestino. Se alcuni hanno parlato di rinuncia, la rinuncia è una virtù, non tanto una viltà ma una virtù, cioè un uomo santo che ha saputo obbedire sempre a Dio e alla Chiesa”.

Atto finale della giornata è stato il corteo della Bolla, il documento originale con cui Celestino V istituì la Perdonanza, che si è fermato in piazza Duomo, mentre storicamente, fino al 2008, raggiungeva la torre civica, attualmente in zona vietata al pubblico per motivi di sicurezza.







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