2010-08-28 15:00:56

Pakistan: la violenza terrorista non si ferma davanti al dramma delle alluvioni


In Pakistan la violenza terrorista non si ferma neanche davanti al dramma devastante delle alluvioni. Un commando di integralisti islamici ha attaccato un ufficio del governo vicino al consolato degli Stati Uniti a Peshawar. L’assalto è avvenuto dopo che i talebani hanno ucciso nella Valle di Swat tre operatori umanitari di fede cristiana. Intanto continua ad essere tragica la situazione di milioni di sfollati, mentre l’Unicef lancia un altro allarme: oltre 70mila bambini rischiano di morire di fame se non arrivano urgenti aiuti. Il servizio di Linda Giannattasio.RealAudioMP3

La violenza non si arresta nel Pakistan devastato dalle alluvioni. Secondo l’agenzia Fides tre persone sarebbero state uccise, si tratterebbe, in base ai dati dell’agenzia, di “tre volontari stranieri, di religione cristiana, appartenenti a un’organizzazione internazionale che, per motivi di sicurezza, viene ancora tenuta segreta”. Nessuna conferma, al momento dalle Nazioni Unite. Un evento non nuovo, secondo Daniele Scaglione, direttore della comunicazione di Actionaid, ong presente da anni sul territorio pachistano:

“Questi attacchi sono indubbiamente un fatto grave. Paradossalmente non dovrebbero avere gravi conseguenze sulla sicurezza del Paese, su quello che c’è da fare, perché la presenza di gruppi armati talebani che vogliono controllare parti del Paese, non è una cosa nuova. I nostri operatori che sono sul campo sanno lavorare in queste condizioni, ma non vogliamo che passi l’idea che allora non serve a niente mandare aiuti, perché tanto ci sono i talebani che controllano. Questo non è vero e anzi sarebbe ancor più grave e ci sarebbe ancora più spazio per le persone che commettono queste violenze, se non si aiutasse la popolazione a sopravvivere”.

Intanto, le inondazioni non sembrano cessare e l’emergenza continua. Il quadro, in particolare nell’area meridionale del Sindh è allarmante. Qui questa mattina il fiume Indo in piena ha rotto altri argini inondando nuove terre della provincia. Sono circa un milione le persone costrette a lasciare le proprie abitazioni nelle ultime 48 ore. Ma come proseguono le operazioni di soccorso? Maurizio Giuliano, portavoce del coordinamento Onu degli Affari Umanitari in Pakistan:

“Continuiamo ad andare avanti alla velocità più elevata possibile. Mentre l’acqua può spazzar via un milione di persone in due giorni, noi non possiamo dare aiuti a un milione di persone in due giorni. Abbiamo per ora dato cibo a più di due milioni di persone, medicine che possono coprire fino a tre milioni e mezzo di persone, rifugi d’emergenza, quindi tende o simili a più di un milione e acqua potabile a due milioni e mezzo di persone ogni giorno. L’acqua è una preoccupazione importante e insieme all’acqua tutte le malattie che sono legate all’acqua. L’acqua potabile è una priorità assoluta”.

Sono almeno 20 milioni finora le persone in fuga, ma qual è al momento la situazione degli sfollati? Ancora Maurizio Giuliano:

“E’ grave nel nord, dove le inondazioni sono cominciate più di un mese fa. L’assistenza ha già raggiunto quasi tutti quelli che avevano bisogno, mentre nel sud dove le inondazioni sono una cosa molto più recente che continua tutt’ora, la situazione è critica. Stiamo cercando di dare biscotti di alta energia e di raggiungere il più velocemente possibile queste popolazioni. E’ necessario che i donatori continuino ad impegnarsi perché altrimenti la vita di milioni di persone, specialmente bambini, è a rischio”.







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