Memoria di Sant’Agostino. Il cardinale Comastri: un instancabile ricercatore della
verità
La Chiesa celebra oggi la memoria di Sant’Agostino. Benedetto XVI ne ha parlato mercoledì
scorso, durante l’udienza generale, definendo il vescovo d’Ippona “un uomo che non
è mai vissuto con superficialità”, un ricercatore inquieto e costante della Verità,
“non, però, delle ‘pseudo-verità’ incapaci di dare pace duratura al cuore, ma di quella
Verità che dà senso all’esistenza”. Solenni celebrazioni, in particolare, sono in
programma a Pavia, nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro che custodisce le spoglie
del vescovo di Ippona e dove alle 18.30 presiederà la Messa il cardinale Claudio Hummes,
prefetto della Congregazione per il Clero. Ad Ostia, invece, dove Agostino ha vissuto
per qualche tempo e dove è morta la madre Monica, sarà il cardinale Angelo Comastri,
vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, a celebrare questa sera alle
19, nella parrocchia Regina Pacis, la liturgia eucaristica. Tiziana Campisi ha
chiesto al porporato perché Agostino, così simile all’uomo di oggi, è un santo da
imitare:
R. – Sant’Agostino
è un modello di umanità, con una modernità che impressiona. Sembra sia un giovane
d’oggi. La storia di Sant’Agostino – si può dire – è la storia di un giovane di oggi,
un giovane che ha però il coraggio di cercare la verità ed è convinto che una verità
ci sia, al punto tale che non si rassegna fino a quando non trova la Verità, quella
che illumina la vita, che dà senso alla vita.
D. – Qual è stato il momento
cruciale che ha portato Agostino ad una svolta nella vita?
R. – Agostino,
nelle sue “Confessioni”, racconta con sincerità impressionante: “Io non scorgevo l’abisso
di turpitudine nel quale ero precipitato lontano dai tuoi occhi, o Signore. Scendevo
nel precipizio con tanta cecità che tra i miei coetanei mi vergognavo di essere meno
canaglia di loro, quando li sentivo vantarsi delle loro brutte imprese”. Ecco, allora,
da qui la domanda: ma come ha fatto Agostino a liberarsi da queste catene? Dove ha
trovato il coraggio? La risposta sta in ciò: anche quando camminava nel fango, anche
quando era sbandato intellettualmente, al punto tale che ha girovagato un po’ in tutte
le dottrine che circolavano al suo tempo, anche in quel periodo di sbandamento, Agostino
ha sempre conservato nel cuore il bisogno di dare un senso alla vita, e fino a quando
non ha riconosciuto Gesù Cristo come la luce che illumina la vita, non è stato contento.
Oggi, in tanti giovani manca la ricerca di un senso della vita, manca la ricerca di
un ideale. Vivono ad un livello molto basso: alcol, droga, divertimenti sfrenati,
quindi ubriacatura nel vero senso della parola senza nessun volo verso l’alto. Agostino,
invece, ha sempre cercato di volare in alto e quando non riusciva a fare il salto
verso Dio soffriva. Proprio quella sofferenza ha scatenato dentro di lui una ricerca
appassionata che alla fine l’ha portato tra le braccia di Dio. E lì è nato il grande
Agostino, in quell’incontro.
D. – Che cosa l’uomo di oggi ritrova in
Agostino e cosa può cercare di imitare?
R. – L’uomo di oggi è un uomo
scontento, è un uomo sbandato. Soprattutto i giovani, oggi, sono sbandati, sono paurosamente
vuoti e per questo sono anche paurosamente infelici. Questo bisogno di chiasso, questo
bisogno di rubare ore anche alla notte, è un segno di inquietudine. Io però vorrei
direi ai giovani: non rassegnatevi a fare della droga, dell’alcol, del divertimento,
della discoteca, a fare di questo il senso della vita. La vita è più grande! Sant’Agostino
questo lo aveva capito, per questo è stato un instancabile cercatore di luce, un instancabile
cercatore di ideale. Questo dovrebbero saperlo, dovrebbero ricordarlo, i giovani d’oggi.
D.
– Su quali parole di Sant’Agostino ciascuno oggi può riflettere?
R.
– Uno scrittore contemporaneo che ha anche delle caratteristiche di Sant’Agostino
– Luigi Santucci – scriveva: “Dobbiamo strappare a Satana l’usurpata prerogativa di
avere inventato e monopolizzato il godimento: non è vero! E’ una falsità! Noi credenti
vogliamo dire ai gaudenti di questo mondo: evitiamo le vostre orge non tanto per paura
dell’inferno, quanto perché ad essere onesti, limpidi, puliti, generosi si gode infinitamente
di più!”. E’ il messaggio di Sant’Agostino.