L'allarme dei vescovi colombiani per l’escalation di violenza nel Paese
L’ondata di violenza che affligge la Colombia preoccupa il clero locale: è una situazione
che dura ormai da troppi anni, soprattutto in alcune regioni, ed esige un’analisi
profonda “per attaccare in profondità le cause”. Si esprime così mons. Rubén Salazar
Gómez, arcivescovo di Bogotà e presidente della Conferenza episcopale colombiana,
dando voce ai vescovi preoccupati per l'aumento della violenza urbana, come si è visto
recentemente a Medellìn. "Le soluzioni militari - spiega il presidente dell'Episcopato
- non sono mai sufficienti”. Riflettendo in particolare su quanto accaduto nel settore
"Comuna 13" che raggruppa quattro quartieri nella città di Medellìin, dove in questi
giorni sono morte almeno tre persone negli scontri tra bande, il presule ha chiesto
di "guardare ai più giovani (...) poiché da qui può cominciare una realtà nuova e
diversa". Ciò che è accaduto nella "Comuna 13", e che ha suscitato una reazione durissima
da parte della popolazione, "è un riflesso di quanto accade nel Paese; un problema
complesso, che colpisce soprattutto i più giovani che crescono aggressivi e violenti".
Le riflessioni del presule sono arrivate poco dopo l’annuncio del ministro degli Interni
e della Giustizia, Germán Vargas Lleras di "un piano integrale del governo per fronteggiare
la questione della sicurezza cittadina", e l’ammissione che "in alcune città la situazione
è allarmante", come, oltre a Medellìin, anche a Pereira, Cali, Bogotá, Barranquilla
e Cartagena. Giorni fa, l'arcivescovo di Medellìin, mons. Ricardo Tobón, ha illustrato
le iniziative della Chiesa locale per il dialogo tra gruppi rivali (i "combos"), con
lo scopo di fermare la spirale di violenza. Il presule ha spiegato che molti parroci
sono impegnati in prima persona nell’avvicinare i capi di questi gruppi per ricondurli
su posizioni ragionevoli, con la consapevolezza che si tratta di un compito "non facile,
perché la regione ha una tradizione di 'sicariato' molto forte e radicata, almeno
in alcuni settori della popolazione". “Questa è la realtà del Paese - ha concluso
il presidente dell'Episcopato - dobbiamo essere capaci di prendere provvedimenti tempestivamente
e con intelligenza per sradicare le cause ultime del fenomeno". (L.B.)