2010-08-27 15:39:48

Violenza e caos in Somalia: civili in fuga da Mogadiscio


In Somalia sono ormai centinaia i civili che hanno abbandonato le loro case nella capitale, Mogadiscio, a causa delle violenze tra i soldati del governo transitorio somalo e i ribelli islamici Shabab. Gli scontri si protraggono ormai da cinque giorni e hanno provocato decine di morti e centinaia di feriti. Per un commento sulla situazione nel Paese Linda Giannattasio ha intervistato Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia–Somalia:RealAudioMP3

R. - Questi scontri non sono un’assoluta novità, ma è da moltissimi mesi che gli Shabab stanno tenendo sotto forte pressione il governo transitorio e stanno mietendo moltissime vittime ed è molto tempo che le truppe dell’Amisom reagiscono contro di loro soltanto se attaccate.

D. - Dal punto di vista umanitario sono ormai centinaia le persone in fuga dalla capitale, da Mogadiscio...

R. - La situazione a Mogadiscio è terribile non soltanto nell’ultima settimana, oramai gli esuli da Mogadiscio e dalla Somalia si possono contare in diversi milioni, ci sono stime che parlano di due o tre milioni di esuli all’estero, cifre che vanno dal 20 al 30% della popolazione somala.

D. - Gli Shabab rivendicano un forte legame con Al Qaida, qual è il loro ruolo nel Paese, quali sono le loro posizioni?

R. - I vertici degli Shabab in Somalia sono quasi tutti stranieri, i somali formano i quadri intermedi e la bassa manovalanza. Questo significa che l'organizzazione è un soggetto che sta rispondendo a ordini che vengono dall’estero. Questo per dire anche che ciò che sta succedendo in Somalia, ha molto poco di somalo ed è molto significativo invece sul piano internazionale. C’è uno scontro oramai fra chi sta cercando di affermare in Somalia un Islam aggressivo e assolutamente estraneo alla cultura somala e chi cerca di resistere a questa penetrazione. In questi anni nonostante che gli Shabab continuino ad avere una forza militare estremamente esigua non gli si è contrapposto da parte della Comunità internazionale una forza sia militare che civile adeguata a metterli fuori combattimento.

D. - Secondo molti analisti pesa l’assenza della Comunità internazionale, però le Nazioni Unite dopo 17 anni di assenza, torneranno gradualmente a Mogadiscio. Sara possibile questo rientro, che significato ha?

R. - Se intendiamo come rientro di civili, in questa situazione non credo che sia assolutamente praticabile perché non esiste la sicurezza. Quello che bisogna fare in Somalia oggi è dare alle truppe dell’Amisom, in futuro alle truppe delle Nazioni Unite, un mandato molto più penetrante, molto più efficace nei confronti degli Shabab e stabilire a livello internazionale che la questione somala deve essere risolta dando al governo transitorio la forza e l’autorevolezza necessaria per poter conquistare anche i cuori della popolazione somala.







All the contents on this site are copyrighted ©.