2010-08-27 15:15:43

L’Onu alla Francia: no ai rimpatri collettivi dei Rom


Continuano a far discutere i rimpatri dei cittadini bulgari e rumeni di etnia Rom disposti dal governo francese. Sulla questione è intervenuto oggi il Comitato Onu contro le discriminazioni razziali. L'organizzazione ha esortato Parigi ad “evitare i rimpatri collettivi” e ad adoperarsi per soluzioni durature. Oggi, intanto, partiranno altri due charter per la Romania, con a bordo circa 300 Rom. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

I Rom sono stati “rinviati in modo collettivo nei loro Paesi d'origine senza che sia stato ottenuto il consenso libero, pieno e informato di tutti gli individui interessati”. Così il Comitato Onu contro il razzismo è intervenuto sulla questione dei rimpatri, esprimendo inoltre la propria preoccupazione per l’esercizio dei diritti economici, sociali e culturali da parte della comunità Rom. Sui rimpatri è tornato anche l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, ribadendo, in una intervista alla Misna, che le espulsioni dalla Francia “sono in contrasto con il principio della libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea e anche con quello che sancisce che la responsabilità penale è personale e non può in alcun modo costituire la base per un giudizio collettivo”. Il presule ha invitato poi a “non dimenticare che i Rom furono vittime dell’olocausto e che durante la Seconda guerra mondiale i caduti nella loro comunità furono oltre 600 mila. Di questo dramma, spesso dimenticato dalla storia – conclude – dovremmo prendere atto e muovere la nostra azione con misericordia profonda”. Intanto, il primo ministro francese, Fillon, ha concordato con il presidente della Commissione Ue, Barroso, una riunione sulla questione Rom che si terrà "nei prossimi giorni” fra “i ministri e i commissari europei” coinvolti. E sul dibattito piomba come un macigno una nuova tragedia avvenuta nella notte in un campo nomadi abusivo alla periferia di Roma, dove un bambino di tre anni è morto carbonizzato per un incendio divampato in una baracca. Grave – ma fuori pericolo - il fratellino di quattro mesi, ricoverato al Policlinico Gemelli. Feriti lievemente anche i genitori. I Carabinieri stanno accertando le cause del rogo.

Usa-Corea del Nord
Successo per la missione in Corea del Nord dell’ex presidente americano, Jimmy Carter, che è riuscito ad ottenere la liberazione del cittadino americano, un missionario protestante di 30 anni, detenuto a Pyongyang da gennaio con l’accusa di essere entrato illegalmente nel Paese. Il regime nordcoreano – sempre durante gli incontri con Carter – ha anche fatto sapere di essere favorevole alla ripresa delle trattative con la comunità internazionale sul disarmo nucleare.

Kenya-Costituzione
Il presidente del Kenya, Emilio Mwai Kibaki, ha promulgato oggi a Nairobi la nuova Costituzione approvata con referendum il 4 agosto, durante una cerimonia alla quale hanno partecipato decine di migliaia di persone. All’evento, nel centrale Uhuru Park, hanno presenziato anche capi di Stato di molti Paesi africani, diplomatici, compreso l’arcivescovo di Nairobi, il cardinale John Njue. La Carta introduce importanti modifiche istituzionali, rafforzando i poteri del primo ministro e istituendo un Senato, ma fornisce anche la cornice per la soluzione di questioni di grande rilievo economico e sociale. I vescovi del Paese hanno criticato da parte loro i cambiamenti relativi all'introduzione dell'aborto e all'istituzione dei tribunali islamici - chiedendo su questi punti immediate modifiche della Costituzione - ma hanno sostanzialmente accolto con soddisfazione il nuovo testo costituzionale. Lydia O’Kane, della nostra redazione inglese, ha raccolto il commento del vescovo di Machakos, mons. Martin Musonde Kivuva:RealAudioMP3

R. - Despite, in fact, we had reservations - and we still do - the mood now is …
Nonostante le riserve che avevamo e che tuttora abbiamo l’atmosfera ora è di quasi gioia per questo nuovo inizio. La gente è felice, tutti sembrano pensare: vedi, forse ora c’è di nuovo una speranza per il Kenya. Ovviamente, noi partecipiamo a questa atmosfera e abbiamo detto: accettiamo il verdetto del popolo. Riassumendo, potrei dire che il popolo del Kenya in generale è felice. In ogni capoluogo di distretto si sono svolte funzioni, è stato letto il discorso del presidente… insomma, la gente è contenta, è di buon umore. Certo, non tutto è perfetto, le nostre riserve rimangono: non smetteremo di sottolineare gli aspetti morali, continueremo a chiedere un cambiamento, a chiedere l’adozione di nuove normative, come per esempio sull’aborto, sui matrimoni omosessuali, sulla famiglia e così via. Fin dagli anni Cinquanta, dai tempi del colonialismo e del movimento Mau-Mau, e poi con la seconda presidenza ci sono state molte lotte attorno alla Costituzione nelle diverse campagne elettorali. Guardiamo quindi oggi al Paese con sguardo positivo e speriamo che sia vero quello che qualcuno ha detto: è una nuova alba per il Kenya.

Medio Oriente
L’impegno israeliano a proseguire con la moratoria sulle attività di costruzione negli insediamenti, deve comprendere anche Gerusalemme est. È la richiesta presentata dall’Autorità nazionale palestinese all’Amministrazione Usa, nei colloqui preparatori all’avvio dei negoziati del 2 settembre a Washington. I palestinesi, riferiscono fonti locali, si aspettano che gli Stati Uniti continuino a sostenere le loro richieste, anche al termine della moratoria decisa da Israele.

Iraq
In Iraq, non accenna a fermarsi l’offensiva terroristica scatenata dopo il ritiro delle truppe Usa. Due militari e un ufficiale dell’esercito regolare sono stati uccisi in uno scontro a fuoco a Baaj, nel nord del Paese. Sempre nel nord, due miliziani anti-Qaeda della Sahwa sono morti e quattro sono rimasti feriti in un agguato ad un checkpoint. Reclutati dagli Stati Uniti tra le tribù arabe sunnite, i militanti della Sahwa, conosciuta anche come ''i Figli dell'Iraq'', hanno svolto un ruolo chiave nel fermare le violenze settarie nel Paese. Intanto, il nuovo ambasciatore americano a Baghdad, James Jeffrey, punta il dito con l’Iran, affermando che Teheran è responsabile di almeno un quarto delle dei militari Usa uccisi in questi anni in Iraq.

Afghanistan
Ennesima giornata di violenze in Afghanistan. Tre soldati statunitensi sono morti in due distinti episodi. Due dei militari sono morti in un attacco bomba dei talebani nella parte orientale del paese. Il terzo è morto in un attentato simile nel sud. Nuove presunte vittime anche tra i civili: Un capo della polizia afghana ha accusato l'Isaf, la forza a guida Nato, di aver ucciso ieri sei bambini e di averne ferito un altro in un bombardamento nella provincia orientale di Kunar. L’Isaf sta indagando sulle accuse. Intanto, il presidente afgano, Hamid Karzai, in un incontro con il capo del Comando Centrale Usa, James Mattis, ha invitato Washington a rivolgere la sua attenzione militare sui “covi del terrore” che si trovano fuori dall'Afghanistan, sostenendo che fino ad ora non c'è stato ''alcun progresso'' nella guerra contro i talebani.

Yemen
Nello Yemen, un commando di terroristi di Al-Qaeda ha ucciso cinque soldati dell'esercito yemenita nella città di Zinjibar, capoluogo della provincia meridionale di Abyen. Secondo fonti locali, i militari sono stati uccisi ieri sera, mentre pattugliavano la città. Ad aprire il fuoco contro il loro mezzo sono stati due uomini a volto coperto a bordo di una moto, che hanno eseguito l'agguato all'interno di un mercato. Il luogo dell’attentato si trova a pochi chilometri dal Loder, considerata la roccaforte dei terroristi di al-Qaeda.

Cile-minatori
Prosegue la drammatica vicenda dei 33 minatori cileni bloccati a 700 metri di profondità. Ieri, la televisione pubblica è riuscita a trasmettere le prime immagini raccolte con una sonda, in cui i lavoratori appaiono in discrete condizioni, e ben organizzati nel loro rifugio sotterraneo, in cui è stato ricavato anche un angolo per la preghiera. Il gruppo si avvale anche dell’aiuto della Nasa, che sta fornendo al governo cileno alimenti speciali per astronauti e informazioni sulle tecniche di sopravvivenza in spazi limitati. Intanto, su richiesta di uno degli avvocati delle famiglie degli operai, la magistratura cilena ha congelato alcuni beni della società San Esteban, proprietaria della miniera San Josè. Il gruppo minerario ha dichiarato nei giorni scorsi di essere sull'orlo del fallimento a causa dell'incidente e di non poter più pagare gli stipendi ai minatori.

Turchia
Almeno 11 morti e due dispersi si registrano nel nordest della Turchia, flagellato dalle piogge torrenziali e dagli allagamenti. La situazione più grave a Gundogdu, nella regione del Mar Nero, dove giovedì sera si è abbattuta una frana. Gli smottamenti sono frequenti lungo questo tratto di costa, dove spesso le case sono costruite abusivamente e su terreni friabili. Si segnalano l’interruzione di diverse strade e delle linee telefoniche. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 239

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