Il cardinale Tauran al Meeting di Rimini: passare dalla paura dell'altro alla paura
per l'altro
Il dialogo fra le religioni al centro stamani del Meeting di Rimini. “Chi crede si
incontra” il titolo della conferenza nel corso della quale sono intervenuti il cardinale
Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso,
Shodo Habukawa, monaco buddista e docente alla Koyasan University, e Tareq Oubrou,
imam della Moschea di Bordeaux. Sull'incontro Debora Donnini ha intervistato
lo stesso cardinale Tauran:
R. – Io ho
cercato di mostrare che, prima di tutto, non sono le religioni che dialogano, ma i
credenti: persone del tutto normali, dunque, con problemi comuni. E queste persone,
poiché sono credenti, hanno un patrimonio di valori comuni che permette di capire
che non solo siamo fratelli, ma anche figli di Dio. Quando si crede, per esempio,
che ogni persona umana ha ricevuto dal Creatore una dignità unica, quando uno crede
nel servire il prossimo, una persona che non abbiamo scelto, quando si crede che la
Terra e le sue risorse sono affidate alla gestione degli uomini per servire il bene
comune: tutto questo fa sì che si abbiano molte cose da dire in comune e da fare in
comune. Le religioni non sono fonti di divisione, sono i credenti che tradiscono,
talvolta, questo patrimonio. Allora chi crede e si incontra deve essere un credente
coerente, in modo da portare avanti quattro compiti: una pedagogia del vivere assieme,
una proposta etica - dobbiamo avere il coraggio di distinguere il bene e il male,
di ricordare i diritti e i doveri - poi una passione per servire e, infine, una condotta
di cittadini responsabili, perché siamo credenti e cittadini. Non siamo credenti o
cittadini, ma siamo credenti e cittadini. E, ovviamente, la cosa ancora più importante
è la testimonianza religiosa, perché noi non diffondiamo valori umanisti: noi cristiani
diffondiamo soprattutto valori evangelici. E allora direi che noi credenti abbiamo
appuntamento con la storia di oggi ed è importante far capire ai nostri fratelli dell’umanità
ciò che vedo qui davanti a noi, il “Portico della gloria”: in fondo al cammino c’è
Qualcuno che ti aspetta. Penso che questo sia il messaggio che noi tutti credenti
abbiamo da dare a tutti.
D. – Il dialogo fra le religioni, anzi fra
i credenti delle varie religioni, è importante anche per la costruzione della pace...
R.
– Certo, perché se non siamo capaci di vivere in pace all’interno delle nostre comunità,
tra noi credenti, vuol dire che la pace è impossibile e noi sappiamo che è possibile.
Io dico sempre che Dio ci ha fatto due grandi doni: un’intelligenza per capire e un
cuore per amare, e con la nostra intelligenza e il nostro cuore possiamo cambiare
il mondo.
D. – Infatti, il titolo del Meeting dice: “Quella natura che
ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”. Un cuore, dunque, che si converte,
un cuore che aspira a cose grandi come la pace è un cuore capace di costruirla...
R.
– ... di costruirla e di cambiare il mondo. Noi dobbiamo passare dalla paura dell’altro
alla paura per l’altro: ciò vuol dire che quando mio fratello non ha assicurati i
suoi diritti, quando viene maltrattato deve essere un mio affare, io soffro per lui.
Bisogna passare dalla paura dell’altro alla paura per l’altro.
E ieri al
Meeting si è parlato molto di libertà religiosa. L’Italia presenterà all’assemblea
generale dell’Onu una risoluzione per garantirla. Lo ha detto il ministro degli esteri
italiano, Franco Frattini, in un incontro dedicato a questa tema. Vi hanno preso parte
il ministro degli esteri della Nigeria, Salamatu Hussaini Suleiman, e quello della
Repubblica di San Marino, Antonella Mularoni, oltre ad ambasciatori di Pakistan, Turchia
e Senegal. Il servizio della nostra inviata a Rimini, Debora Donnini.
Chi uccide
in nome della religione offende profondamente la propria religione. Così il ministro
Frattini nel suo intervento dedicato al tema della libertà religiosa. Compito della
politica quello di garantire questa libertà non solo come un fatto privato, ma anche
pubblico. Diversamente si cade nella spirale dell’estremismo. Frattini ribadisce il
suo impegno su questo fronte in un incontro con i rappresentanti di Nigeria, Pakistan,
Turchia, Senegal, Repubblica di San Marino. Tutti concordano sull’importanza di questa
tematica. Il ministro degli Esteri della Nigeria, Salamatu Hussaini Suleiman, ricorda:
“ Il nostro governo nel 2000 ha creato il Consiglio interreligioso nigeriano, una
piattaforma per il dialogo fra le due principali religioni del Paese, con la convinzione
che una maggior conoscenza reciproca porterà anche ad un maggiore apprezzamento”.
“Il Meeting - ricorda Mario Mauro, rappresentante dell’Ocse contro razzismo, xenofobia
e discriminazioni, in particolare contro i cristiani, che ha partecipato all’incontro
- mette al centro il tema del cuore e questo cuore è anzitutto esigenza di Dio”. Tutto,
infatti, al Meeting parla di questo anelito, di questo desiderio insopprimibile di
Infinito presente in ogni uomo.