Il presidente del Kenya, Emilio Mwai Kibaki, ha promulgato oggi a Nairobi la nuova
Costituzione approvata con referendum il 4 agosto, durante una cerimonia alla quale
hanno partecipato decine di migliaia di persone. All’evento, nel centrale Uhuru Park,
hanno presenziato anche capi di Stato di molti Paesi africani, diplomatici, compreso
l’arcivescovo di Nairobi, il cardinale John Njue. La Carta introduce importanti modifiche
istituzionali, rafforzando i poteri del primo ministro e istituendo un Senato, ma
fornisce anche la cornice per la soluzione di questioni di grande rilievo economico
e sociale. I vescovi del Paese hanno criticato da parte loro i cambiamenti relativi
all'introduzione dell'aborto e all'istituzione dei tribunali islamici - chiedendo
su questi punti immediate modifiche della Costituzione - ma hanno sostanzialmente
accolto con soddisfazione il nuovo testo costituzionale. Lydia O’Kane, della nostra
redazione inglese, ha raccolto il commento del vescovo di Machakos, mons. Martin Musonde
Kivuva:
R. - Despite,
in fact, we had reservations - and we still do - the mood now is … Nonostante
le riserve che avevamo – e che tuttora abbiamo – l’atmosfera
ora è di quasi gioia per questo nuovo inizio. La gente è felice, tutti sembrano pensare:
vedi, forse ora c’è di nuovo una speranza per il Kenya. Ovviamente, noi partecipiamo
a questa atmosfera e abbiamo detto: accettiamo il verdetto del popolo. Riassumendo,
potrei dire che il popolo del Kenya in generale è felice. In ogni capoluogo di distretto
si sono svolte funzioni, è stato letto il discorso del presidente… insomma, la gente
è contenta, è di buon umore. Certo, non tutto è perfetto, le nostre riserve rimangono:
non smetteremo di sottolineare gli aspetti morali, continueremo a chiedere un cambiamento,
a chiedere l’adozione di nuove normative, come per esempio sull’aborto, sui matrimoni
omosessuali, sulla famiglia e così via. Fin dagli anni Cinquanta, dai tempi del colonialismo
e del movimento Mau-Mau, e poi con la seconda presidenza ci sono state molte lotte
attorno alla Costituzione nelle diverse campagne elettorali. Guardiamo quindi oggi
al Paese con sguardo positivo e speriamo che sia vero quello che qualcuno ha detto:
è una nuova alba per il Kenya.