2010-08-27 15:00:59

Commozione e gratitudine nelle tante cerimonie per i 100 anni della nascita di Madre Teresa


In un clima di generale gratitudine, in tutti i continenti ieri si è celebrato con intensità e dovizia di iniziative, non solo religiose, il centenario della nascita della Beata Madre Teresa. In particolare, nelle due città-simbolo della religiosa – quella indiana di Calcutta, dove visse e morì nel 1997, e quella macedone di Skopje, dove nacque il 26 agosto 1910 – le cerimonie in programma sono state caratterizzate da grande solennità e partecipazione di persone, come riferisce in questo servizio Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Le colombe bianche volano dopo la Messa su Calcutta e sull’India e con loro vola il messaggio di Madre Teresa su un subcontinente che ha bisogno di dissipare con un respiro di pace le frequenti folate di odio anticristiano. E’ stata l’immagine delle colombe a suggellare la cerimonia svoltasi nella cappella della Casa delle Missionarie della Carità a Calcutta. Un migliaio di persone, molte costrette all’esterno, e in mezzo a loro tanti figli prediletti della Beata, i poveri delle bidonville, che hanno voluto pregare per chi un giorno scese con loro e per loro nel fango a portare il sorriso di Dio. Dopo la Messa – concelebrata dal cardinale Telesphore Placidus Toppo e dai vertici della Chiesa del Bengala Occidentale – la processione con le candele accese, molte delle quali in mano a tanti vescovi dell’India. Riecheggiando Benedetto XVI, che ha definito la religiosa “un dono inestimabile”, uno dei presuli, l’arcivescovo di Calcutta, Lukas Sirkar, ha osservato: “Nel mezzo di catastrofi naturali, violenze, ingiustizie e sofferenze, il 100.mo anniversario della nascita di Madre Teresa è venuto a portare un raggio di gioia e di speranza a migliaia di poveri, derelitti, diseredati, emarginati dell'India”.

Un raggio di gioia poco avvertito però dai media internazionali i quali, salvo qualche rara eccezione, sono stati piuttosto tiepidi nel ricordare l’anniversario di una santa universalmente amata e stimata. Non così nel mondo, dove centinaia di iniziative religiose, culturali, artistiche hanno fatto rivivere con commozione e gratitudine lo spirito e l’immagine dell’Angelo dei poveri. A Skopje, la capitale dell’odierna Macedonia dove Madre Teresa nacque il 26 agosto 1910, il parlamento si è riunito ieri mattina in seduta solenne per ricordare la suora beatificata da Giovanni Paolo II nell'ottobre 2003. Poi, in serata, il fulcro delle celebrazioni si è spostato nella chiesa cattolica del Sacro Cuore di Gesù, con la Messa presieduta dall’arcivescovo di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar, che ricorda così – ai microfoni di padre Ivan Herceg, della redazione slovena della nostra emittente – l’importanza di Madre Teresa per la città che le diede i natali e per chiunque guarda oggi a lei come modello di vita:

“Io vedo proprio, in questa sua vita spirituale e mistica, una grande santa per i nostri tempi. Tante volte noi non abbiamo più il tempo per la preghiera, per la meditazione, per la pazienza, lei invece, nonostante dovesse portare tante croci, brillava per la gioia e sempre realizzava la volontà di Dio. Per me è molto significativo che proprio alcuni giorni prima di morire potesse dire ancora con voce debole: 'Gesù mio, mai, mai ho rifiutato la tua volontà'. Quindi, ecco un bellissimo segno ed esempio per noi tutti, in questi tempi”.

Pur vivendo a Skopje, la famiglia di Madre Teresa era di origine albanese. Un’appartenenza della quale l’Albania va fiera, come hanno dimostrato le centinaia di persone e di mazzi di rose rosse che ieri hanno circondato il monumento che domina la grande piazza di Tirana intitolata alla religiosa. Ma tutte le strade nel centro della capitale erano ornate di drappi bianchi e blu, i colori del sari di Madre Teresa, e di ritratti e cartelli con citazioni della piccola grande suora. Un modo questo spiega a don Davide Djudjaj, responsabile della sezione albanese della Radio Vaticana – il nunzio apostolico in Albania, l’arcivescovo Ramiro Moliner Inglés, di riscoprire ciò che del messaggio di Madre Teresa l’ateismo di Stato aveva a lungo impedito di conoscere:

“Cercano di scoprire quello che non hanno avuto durante il periodo della dittatura comunista così feroce e cruenta, e cioè la dimensione spirituale: la dimensione spirituale dell’uomo, la dimensione spirituale della persona e quindi il rispetto della dignità della persona. E questo è il messaggio anche sociale di Madre Teresa: il rispetto della persona, del fatto di essere persona. C’è un rispetto, quindi, della vita: dall’inizio alla morte naturale. Mi sembra perciò che sia un desiderio sincero di approfittare dell’occasione per dimostrare che l’Albania è entrata in un periodo nuovo, diverso da quello del passato”.

Mons. Moliner Inglés ha presieduto ieri pomeriggio, come rappresentante di Benedetto XVI, una solenne celebrazione in onore di Madre Teresa. Questo uno dei pensieri espressi all’omelia, anticipato al microfono di don Davide Djudjaj:

“Madre Teresa è proprio una discepola di Gesù Cristo, che con la sua luce, con le sue buone opere, con la sua carità, con il suo amore, illumina questo mondo di oggi e soprattutto tutti quelli che sono affascinati dalla sua figura e che si domandano perché e come sia possibile che una donna così piccola abbia fatto cose così grandi. E lì che viene in risalto l’elemento soprannaturale, la sua fede, la sua unione con Cristo”.







All the contents on this site are copyrighted ©.