Usa: per il Labor Day i vescovi chiedono lavoro degno e salario per tutti
L’economia attuale ha bisogno di un nuovo contratto sociale: lo afferma la Conferenza
episcopale statunitense (Usccb) nella nota diffusa per la Giornata del lavoro, il
Labor Day, che gli Usa celebreranno il prossimo 6 settembre. Il lungo documento, a
firma di mons. William Murphy, presidente del Comitato per la giustizia interna e
lo sviluppo umano della Usccb, è intitolato: “Un nuovo contratto sociale per le novità
attuali”, con un esplicito riferimento all’Enciclica “Rerum Novarum”, siglata nel
1891 da Papa Leone XIII. Nella nota, infatti, i vescovi Usa paragonano le sfide lavorative
attuali a quelle vissute nell’800, durante la Rivoluzione industriale e trattate da
Papa Pecci nella sua Enciclica. “Di fronte a milioni di disoccupati e di lavoratori
che vivono tragedie come la morte nelle miniere della West Virginia e l’esplosione
di impianti petroliferi nel Golfo del Messico – si legge nella dichiarazione - gli
americani devono cercare di proteggere la vita e la dignità di ogni lavoratore, in
un’economia rinnovata e resistente”. “L’America – continua il documento – sta vivendo
una rara trasformazione economica, che vede la perdita di posti di lavoro e la sperimentazione
di reti di sicurezza, come la ricerca, a livello nazionale, di nuovi modi per regolamentare
ed accrescere il settore economico”. Per questo, mons. Murphy ribadisce: “I lavoratori
hanno bisogno di un nuovo contratto sociale”, poiché “la creazione di nuovi posti
di lavoro richiede nuovi investimenti, iniziative e creatività in ambito economico”.
Immediato, poi, il riferimento alla terza Enciclica di Benedetto XVI, "Caritas in
veritate", in cui si ricorda l’importanza di porre la persona umana al centro dei
processi economici: “Una delle novità trattate dal Santo Padre – scrivono i vescovi
americani – è la globalizzazione. Benedetto XVI indica la centralità dello sviluppo
integrale della persona come uno dei criteri basilari per affrontare le sfide in un
mondo interdipendente come quello attuale”. Quindi, la nota della Usccb sottolinea
che “la Chiesa ha una lunga tradizione nel portare la luce del Vangelo sulle questioni
sociali, economiche, politiche e culturali del momento” e che “ora più che mai, la
dignità dei lavoratori diventa una pietra di paragone per comprendere gli aspetti
positivi e negativi dell’industria, della finanza, e del settore dei servizi nella
nostra economia e nel nostro mondo”. “I lavoratori – continua la dichiarazione – devono
avere voce e ricevere un’adeguata protezione nella vita economica. Il mercato, lo
Stato, la società civile, le associazioni e gli impiegati hanno tutti un ruolo da
giocare in modo fruttuoso”. E ancora, i vescovi Usa stilano un elenco di priorità:
attuare politiche ed iniziative che rafforzino la famiglia, ridurre la povertà e creare
nuovi posti di lavoro retribuiti in modo equo, in modo tale che tutti gli impiegati
possano esprimere la propria dignità e riescano a rispondere all’esortazione di Dio
che ci vuole tutti co-creatori della società. Per questo, concludono i vescovi, “bisogna
stipulare un nuovo contratto sociale, che innanzitutto rispetti il lavoro e i lavoratori
e che si concentri sul bene comune dell’intera famiglia umana”. (I.P.)