Pakistan: la Chiesa cattolica nel mondo mobilitata per la popolazione alluvionata
La Chiesa cattolica nel mondo mobilitata – dopo l’appello del Papa il 18 agosto scorso
- in aiuto alla popolazione pakistana travolta dalle disastrose alluvioni. Si parla
di 2000 morti e di 20 milioni di persone coinvolte, tra cui 3 milioni e mezzo di bambini.
“La necessità non conosce calendari”, hanno sollecitato ieri i vescovi tedeschi annunciando
una raccolta speciale, la seconda quest’anno in Germania, a favore di vittime di una
catastrofe naturale. “Se siamo solidali seguiamo l’esempio di Gesù”, hanno sottolineato
i presuli. Il denaro – riferisce l’agenzia Sir - verrà raccolto in tutte le chiese
durante le Messe di sabato e domenica prossimi 4 e 5 settembre. In Italia la Cei ha
già stanziato un milione di euro. "Il disastro in Pakistan è immenso, come non si
era mai visto nella storia di questo Paese”. A parlare è Stephen Sadiq, responsabile
della Comunità di Sant'Egidio a Islamabad, che in questi giorni si è mobilitata per
portare i primi soccorsi alle vittime delle alluvioni. “I profughi che stanno arrivando
nelle città sono milioni e hanno bisogno davvero di tutto”. Una prima raccolta di
aiuti di emergenza, fatta ad Islamabad, ha permesso di procedere alla distribuzione
di acqua e generi alimentari, come il pane o i datteri per celebrare il Ramadan, lungo
l'autostrada che porta alla capitale, dove c'è un'immensa fila di persone che non
hanno più niente, solo i vestiti che indossano. Un'altra distribuzione di aiuti è
stata effettuata in una tendopoli realizzata da una organizzazione non governativa
musulmana. La Comunità di Sant’Egidio ha organizzato preghiere a Lahore e Islamabad
per ricordare le vittime e continuerà a portare aiuto e solidarietà a chi ha perso
tutto. “E’ stata una catastrofe assolutamente epocale”, dichiara all’agenzia Sir Massimo
Pallottino, responsabile dell’ufficio Asia della Caritas italiana, paventando insufficiente
la cifra di 4,2 milioni di euro - indicata nell’appello lanciato dalla Caritas internationalis
- per fare fronte ad una situazione che sembra peggiorare di ora in ora. “In questa
grande confusione – osserva Pallottino – la struttura statale pakistana, che già di
per sé è fragile, rischia di trovarsi in difficoltà e di portare ad una ripresa delle
frange oltranziste, come visto negli attentati dei giorni scorsi”. Passata l’emergenza,
spiega Pallottino, “bisognerà verificare i danni reali sull’agricoltura: girano cifre
che vanno da 1,7 milioni a 5 milioni di ettari di coltivazioni distrutte, soprattutto
risaie. Questo potrebbe mettere a dura prova la sicurezza alimentare del Paese”. Inoltre
la rete Caritas e le agenzie umanitarie segnalano oggi, in una nota ufficiale, gli
“effetti preoccupanti” delle alluvioni in Pakistan. “Il disastro – si legge nella
nota - ha infatti causato anche una fiammata dei prezzi di tutti i beni di prima necessità".
Insieme alla Caritas Pakistan stanno portando aiuti umanitari – perché già presenti
in Pakistan con progetti precedenti - anche Catholic relief service (Caritas Usa),
Cordaid (Caritas Olanda), la Caritas svizzera e quella irlandese. Intanto il vescovo
di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, ha chiesto di celebrare una Giornata di preghiera
anche per favorire il dialogo tra cattolici musulmani e indù per aiutarsi reciprocamente.
(R.G.)