2010-08-26 15:13:44

Nuovi scontri in Somalia: in cinque giorni oltre 90 morti


Quinto giorno consecutivo di scontri in Somalia, tra soldati del governo transitorio e ribelli islamici. L’emittente televisiva satellitare “al-Arabiya” ha reso noto che il bilancio odierno è di almeno 10 morti. Negli scontri sono rimaste uccise, finora, oltre 90 persone. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

Senza l’intervento della comunità internazionale, la situazione in Somalia rischia di diventare un nodo inestricabile. Il vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, mons. Giorgio Bertin, ha detto che soldati e ribelli potrebbero continuare a combattere per anni. Gli insorti – ha affermato il presule – non riusciranno ad assicurarsi il controllo della capitale fin quando seimila caschi verdi della missione Africana resteranno a Mogadiscio. Il governo transitorio – ha poi aggiunto mons. Bertin – difficilmente potrà riprendere il controllo di ampie zone nel centro e nel sud del Paese, occupate da ribelli islamici. In questo scenario, spiega il vescovo di Gibuti, due sembrano le alternative possibili. La prima è quella di un intervento militare da parte di contingenti inviati dalla comunità internazionale. Ma si tratta di una strada che rischia di provocare un altissimo numero di vittime. La seconda ipotesi, indicata dal presule, è quella di rendere più stabili le regioni del Somailand e del Puntland. In questo modo, si potrebbe favorire la creazione, nel Paese, di un corridoio umanitario impedendo anche l’arrivo di estremisti provenienti da Paesi limitrofi. Ieri, durante l’udienza generale a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha lanciato un accorato appello per la fine delle violenze nel Paese africano. Il Papa ha auspicato che, con l’aiuto della comunità internazionale, “non si risparmino sforzi per ristabilire il rispetto della vita e dei diritti umani”. Il Santo Padre – ha detto mons. Bertin – ha lanciato un appello “strettamente umanitario senza alcun recondito interesse politico”. Ma il timore è che i ribelli, “accecati dalla loro ideologia estremista”, lo interpretino “come un’interferenza cristiana in terra islamica”.

Viaggio di Kim Jong-il in Cina
Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-il, è in visita in Cina accompagnato dal figlio, Kim Jong-un. Lo rendono noto fonti di stampa sudcoreane, aggiungendo che durante la visita si parlerà della possibile ripresa dei colloqui sulla denuclearizzazione nordcoreana, bloccati dal 2008. Il viaggio del leader nordcoreano, non ancora confermato ufficialmente da Cina e Corea del Nord, potrebbe essere anche l’occasione per informare il governo di Pechino della futura leadership nordcoreana. Secondo diversi analisti, Kim Jong-un è destinato a succedere a Kim Jong-il.

Afghanistan, dodici militari americani incriminati per la morte di tre civili
Dodici soldati americani sono stati incriminati. Sono accusati aver ucciso, durante operazioni di pattugliamento, almeno tre civili in Afghanistan. Alcuni dei militari dovranno rispondere anche dei reati di cospirazione e omicidio premeditato. Cinque soldati, in particolare, sono in attesa del verdetto della corte marziale. Se riconosciuti colpevoli, potrebbero essere condannati all’ergastolo o alla pena di morte.

Nuovi appelli in favore della donna iraniana condannata a morte
Prosegue la mobilitazione internazionale per salvare la vita a Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata alla lapidazione per adulterio da un tribunale iraniano. Il ministero degli Esteri italiano è al lavoro per ottenere un atto di clemenza da parte del governo di Teheran. In Francia, oltre 40 mila persone, tra cui l’ex presidente francese, Jacques Chirac, hanno firmato la petizione per chiedere alle autorità iraniane di non far eseguire la condanna a morte.

Lotta al narcotraffico in Messico, trovata una nuova fossa comune
Macabra scoperta in Messico: squadre speciali hanno fatto irruzione in una fattoria nella quale si trovava un gruppo di narcotrafficanti. Nella sparatoria, sono morti un soldato e tre malviventi. Dopo lo scontro a fuoco, i militari sono entrati nel ranch e hanno scoperto 72 cadaveri, 58 uomini e 14 donne. Probabilmente erano migranti diretti negli Stati Uniti. L’unico sopravvissuto alla strage, un ecuadoriano, ha dichiarato che i migranti si erano rifiutati di compiere lavori di manovalanza per la banda di narcotrafficanti. Per questo sono stati uccisi.

Italia, stabilimento Fiat di Melfi
“Abbiamo agito secondo la legge. Interrompere le linee di produzione è illecito. Tre persone non possono prevaricare il diritto degli altri”. Così si è espresso l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini sulla vicenda dei lavoratori dello stabilimento di Melfi. I tre operai erano stati licenziati dall'azienda, reintegrati dal Tribunale del lavoro, e in attesa dell'appello presentato dal Lingotto non possono lavorare seppur presenti in Fiat. Marchionne riferendosi alle parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottolineato: “Accetto l’invito a trovare una soluzione, serve un patto sociale”. Simona De Santis ha raccolto il commento di mons. Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla Venosa: RealAudioMP3

R. - Noi vescovi della Basilicata, abbiamo chiesto un incontro non soltanto con la dirigenza della Fiat di Melfi, ma anche con le rappresentanze sindacali. Nei prossimi giorni, riprenderemo il dialogo proprio perché la Chiesa possa dare una parola di speranza e di conforto agli operai, ma anche la dirigenza della Fiat, io credo voglia sentire da noi qualcosa che serva a riconoscere il bene che la Fiat sta facendo, non soltanto a Melfi, ma in diverse parti d’Italia. In ogni modo, credo che la legalità debba essere sempre rispettata e dunque la decisione del giudice di ammettere gli operai a lavoro va rispettata, anche se la Fiat ha le sue buone ragioni, non mi sembra sia giusto riammetterli senza farli lavorare.

D. - C’è qualcosa che lei vuole dire agli operai e in genere a tutti i lavoratori e anche alle famiglie che sono in pena in questo momento...

R. - Vorrei dire innanzitutto ai dirigenti della Fiat di avere fiducia nella giustizia. Agli operai vorrei dire di tener conto del particolare momento in cui ci troviamo. Ci deve essere sempre questa intesa tra datore di lavoro e chi svolge il lavoro. Se questa conflittualità viene accentuata, abbiamo tutti da perdere. Senza dubbio, è una situazione molto, molto incresciosa. C’è da cambiare qualcosa nei rapporti tra lavori e azienda: non mi sembra sia giusto pensare che soltanto perché qualcosa non va allora la colpa è tutta dei datori di lavoro, oppure tutta degli operai.

D. - Secondo lei, qual è la via migliore per creare un clima di distensione?

R. - La prima cosa, quella di abbassare i toni, da parte di tutti, altrimenti non si riesce mai a dialogare. Si dialoga quando si è sereni: il benessere di un Paese dipende dal concorso di tutti.

Italia: protesta violenta degli ultras contro la tessera del tifoso
Quattro auto incendiate, un poliziotto ferito da una bomba carta e almeno cinque supporter dell'Atalanta fermati: è il bilancio della violenta protesta contro la tessera del tifoso da parte di 500 ultras che hanno fatto irruzione ieri sera al Berghem fest della Lega Nord ad Alzano Lombardo durante l'intervento del ministro dell'Interno Maroni lanciando petardi e fumogeni. ''Saranno puniti duramente”, fa sapere il ministro. Solidarietà dalla Figc, mentre il questore di Varese annuncia il divieto alla trasferta per i tifosi nerazzurri. Domenica, intanto, l'esordio della tessera del tifoso. Su quest’episodio, ascoltiamo al microfono di Linda Giannattasio il commento di don Mario Lusek, direttore dell'Ufficio della Cei per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport: RealAudioMP3

R. – Qualsiasi atto di violenza rovina una prospettiva di dialogo tra il mondo delle tifoserie e coloro che stanno prevenendo i possibili disagi all’interno del mondo calcistico. La violenza non paga mai nessuno e soprattutto non risolve i problemi. Crea maggiori distanze e poi recuperare un clima di fiducia reciproca diventa quasi impossibile.

D. – Don Lusek, questa è davvero, secondo lei, l’immagine dello sport di oggi?

R. – Il tifo vero, il tifo autentico è un elemento molto festoso nella vita dello sport ed è necessario perché fa incontrare le persone. Purtroppo degenera quando si perde di vista l’obiettivo che si vuole raggiungere. Noi abbiamo dei sogni: che lo stadio torni ad essere il luogo della festa, il luogo dei giovani, anche delle famiglie, nella logica del festoso incontro anche tra gruppi diversi. Se recuperiamo, soprattutto per noi Chiesa, l’aspetto educativo e l’aspetto festoso della domenica supereremo quel dissidio che c’è tra il mondo dello sport e il mondo della Chiesa perché li vediamo sempre in alternativa. Recuperando il festoso, il festivo, la domenica, possiamo integrare, vicendevolmente, i diversi aspetti anche del vivere quel giorno.

Wikileaks pubblica nuovi documenti della Cia
Il sito internet Wikileaks, fondato nel 2006 con lo scopo di diffondere documenti riservati, ha pubblicato un rapporto della Cia nel quale si esamina cosa potrebbe succedere se gli Stati Uniti venissero percepiti a livello internazionale come “esportatori di terrorismo”. “La possibilità che vengano reclutati terroristi con passaporto americano – si legge nel documento – potrebbe indebolire la disponibilità di altri Paesi a collaborare nella guerra contro il terrorismo”. Wikileaks, che ha recentemente diffuso informazioni dell’intelligence statunitense sul conflitto in Afghanistan, ha anche pubblicato atti giudiziari ancora protetti da segreto istruttorio. Tra questi, documenti relativi al caso del pedofilo belga Mark Doutroux, condannato all’ergastolo per aver rapito e sequestrato sei ragazzine.

Stati Uniti, forte flessione del mercato immobiliare
Il mercato immobiliare americano continua a soffrire nonostante i tassi sui mutui ai minimi storici. Le vendite di case nuove negli Stati Uniti a luglio sono crollate ai minimi storici: le vendite sono scese del 12,4%. Si tratta del livello più basso dal 1963. Secondo gli esperti, è soprattutto l’alto tasso di disoccupazione, arrivato al 9,5%, ad alimentare questa flessione del mercato immobiliare. I dati sulle vendite delle case si aggiungono a quelli del settore manifatturiero, considerato il punto di forza della ripresa. Nel mese di luglio, gli ordini in questo comparto sono scesi del 3,8%. Domani, intanto, saranno rese note le previsioni del pil riferite al secondo trimestre. Diversi analisti prevedono una revisione decisamente al ribasso, con il pil in progresso dell’1,3% rispetto al 2,4% indicato inizialmente. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 238

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