Madre Teresa, una vita plasmata dall’amore di Cristo. Le parole della Beata sulla
gioia della carità
Diventare “messaggeri dell’amore di Dio per chi ci sta attorno”: è quanto scrive Suor
Mary Prema, superiora delle Missionarie della Carità, in un messaggio per il centenario
della nascita di Madre Teresa. Una gioiosa ricorrenza che è stata vissuta con particolare
intensità a Calcutta, dove il cardinale indiano Telesphore Placidus Toppo ha celebrato
una Messa nella Casa delle religiose dove riposa la Beata. All’inizio della celebrazione,
Suor Prema e Suor Nirmala, la prima superiora a succedere a Madre Teresa, hanno lanciato
delle colombe in segno di pace. Dal canto suo, l'arcivescovo di Calcutta, mons. Lukas
Sirkar, ha definito Madre Teresa "un raggio di gioia e di speranza" per gli emarginati
dell'India. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Dio ci
ha creati per cose più grandi, per amare ed essere amati”: Suor Mary Prema ricorda
il messaggio fondamentale dell’apostolato della carità di Madre Teresa di Calcutta.
In una lettera ai collaboratori per il centenario della nascita della Beata, la religiosa
di origine tedesca sottolinea che la vita e l’opera di Madre Teresa continuano ad
essere ispirazione per grandi e piccoli, ricchi e poveri senza distinzioni di fede
religiosa. E, in un’intervista all’agenzia Fides, afferma che Madre Teresa “era convinta
che ogni anima desidera la salvezza in Gesù, indipendentemente se ne sia conscia o
no”. Il premio Nobel per la pace, prosegue Suor Mary, intese la propria vita “come
compito di amare Gesù e di trasmettere questo amore alle persone intorno a lei”. Ecco,
come ai nostri microfoni, Madre Teresa parla dell’amore di Gesù, la sorgente della
sua vita:
“Jesus came to give us… Gesù è venuto per portare
la Buona Novella che Dio ci ama e che dobbiamo amarci l’un l’altro come Lui ama noi.
E’ per far sì che ci amassimo che Egli ha detto: ‘Qualsiasi cosa voi avete fatto per
i bisognosi, l’avete fatto per me. Se avete dato un bicchiere di acqua in mio nome,
l’avete dato a me. Se avete ricevuto un bambino nel mio nome, avete ricevuto me’.
E quando moriremo e torneremo nella casa di Dio, di nuovo sentiremo Gesù dire: ‘Venite
voi benedetti dal Padre mio, perché quando ho avuto fame mi avete dato da mangiare.
Ero nudo e mi avete vestito. Non avevo una casa e mi avete accolto. Ero malato in
prigione e siete venuti a trovarmi. Venite e prendete il Regno che è stato preparato
per voi’. Dove ha inizio l’amore? Nella nostra famiglia. Come inizia? Pregando insieme.
La famiglia che prega insieme, resta insieme. E se voi resterete insieme vi amerete
l’un l’altro come Gesù vi ama. Portate allora la preghiera, la gioia, l’amore e la
pace nelle vostre famiglie e così crescerete nella santità. La santità non è un lusso
per pochi, è una bellezza semplice, perché Gesù ha detto: ‘Siate santi come il Padre
mio che è nei cieli’. Che Dio vi benedica tutti”.
Instancabile fino
agli ultimi giorni della sua vita nel portare amore agli ultimi, Madre Teresa arriva
direttamente al cuore grazie alla sua spiritualità, semplice e profonda. Così, riassumeva
il legame tra la preghiera e le opere di carità:
“The fruit of silence
is prayer... Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera
è la fede. Il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore è la pace. Le opere
di amore non sono altro che opere di pace”.
Seguire Gesù senza risparmio
di energie: è questo il “segreto” della vita di Madre Teresa di Calcutta, l’energia
che le consente di realizzare l’irrealizzabile al fianco dei diseredati abbandonati
da tutti. Una vita, quella di Madre Teresa, plasmata dall’amore di Cristo:
“By
allowing to... Lasciandoci plasmare da Cristo, ma anche attraverso un profondo
e tenero amore verso Gesù, specialmente nell’Eucaristia, nella Messa e nell’Adorazione”.
Madre
Teresa, osserva Suor Mary Prema, è riuscita a trasformare il mondo con un sorriso.
“Un sorriso – soleva affermare la Beata di Calcutta – genera sorrisi e l’amore genera
amore”. E aggiungeva: “Sorridete a vicenda, trovate il tempo l’uno per l’altro nella
vostra famiglia, non sappiamo mai quanto bene un semplice sorriso può fare”.
“Un’icona
della Carità” così viene definita Madre Teresa dallo scrittore francese Dominique
Lapierre (autore del recente Libro "Un arcobaleno nella notte", edito da Il Saggiatore,
il cui incasso sarà interamente devoluto alle missioni presenti a Calcutta) che incontrò
più volte Madre Teresa. Ecco la sua testimonianza nell’intervista di Massimiliano
Menichetti:
R. – Il mio
incontro con Madre Teresa è stato il momento più straordinario della mia vita. Ho
capito che tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiare le ingiustizie. Non è necessario
andare a Calcutta, anche qui abbiamo tante ingiustizie che possiamo aiutare a cambiare.
D.
– Quindi, tutti possono essere strumenti di compassione e di amore...
R.
– Assolutamente sì, tutti noi possiamo fare qualcosa per portare un po’ d’amore, un
po’ di compassione ai più poveri, a coloro che sono soli e abbandonati.
D.
– Giovanni Paolo II l’ha definita “icona della missione”, Benedetto XVI “autentica
discepola di Cristo”…
R. – Per me era un gigante della carità, una persona
che poteva capire immediatamente i bisogni dei più poveri, dei malati. Madre Teresa
era veramente un esempio. Il “sari” bianco bordato di blu era realmente il segno,
per molti, della possibilità di sopravvivere e l’emblema dell’amore per i più poveri.
D.
– Ecco, Madre Teresa portava la carità, una carità in Gesù Cristo. Ripeteva: “Non
siete soli, siete amati da noi che siamo qui, siete amati da Gesù”. Era uno dei suoi
motti …
R. – Sì, esattamente. Madre Teresa aveva la forza di vedere
in ogni povero, in ogni malato, la persona di Gesù Cristo.
D. – Per
capire anche un po’ la personalità di Madre Teresa di Calcutta, una donna piccola,
minuta, ma con una grande forza: quale era il carattere, il carisma di questa donna?
R.
– Una forza tale che le faceva dire: tutti i poveri sono nostri fratelli. Un carisma
di carità, di compassione e la capacità di vivere con i più poveri di tutto il mondo.
Io ho passato molto tempo con Madre Teresa a New York, nel Bronx, a Roma e in altri
Paesi: quando Madre Teresa veniva in questi centri era come un’onda di amore che propagava
la sua compassione verso tutti.
D. - Qual è l’eredità che Madre Teresa
ha lasciato al mondo?
R. – E’ una eredità enorme. La sua Congregazione,
la Congregazione dei missionari della carità, è molto attiva; sono migliaia di sorelle
e di fratelli che in più di 150 paesi del mondo lavorano per i più poveri, per gli
anziani, per i bambini abbandonati. E’ realmente una “multinazionale” della carità
che funziona molto bene più di dieci anni dopo la morte di Madre Teresa.