Filippine: i vescovi contrari a regole più morbide sulla donazione degli organi
I vescovi delle Filippine sono contrari a un ammorbidimento delle attuali regole sulla
donazione degli organi nel Paese. Un progetto in questo senso è allo studio del Dipartimento
della Salute filippino (Doh). Il timore dell’episcopato – riferisce l’agenzia Ucan
- è che una modifica della normativa vigente (che consente solo donazioni gratuite
tra membri di una stessa famiglia) possa aprire le porte al commercio di organi a
danno soprattutto delle fasce più povere della popolazione. Di queste preoccupazioni
si è fatto portavoce il presidente della Conferenza episcopale (Cbcp) mons. Nereo
Odchimar, che ha indirizzato una lettera al nuovo presidente filippino Benigno Aquino
III. Alle sue obiezioni hanno fatto eco anche quelle del presidente dell’Ufficio
per la Bioetica della Cbcp, mons. José Oliveros, il quale ha sottolineato che la Chiesa
filippina continuerà la sua battaglia per proteggere le fasce più emarginate della
società dal traffico di organi. Il nuovo Segretario per la Salute Enrique Ona, da
parte sua, ha negato che vi sia un progetto per aprire alla donazione di organi a
stranieri: “Non ho parlato di aperture. Il divieto resta, ma vogliamo studiare gli
attuali regolamenti e verificarne gli effetti”, ha dichiarato il ministro, già presidente
dell’Istituto nazionale per i trapianti di reni. Affermazioni peraltro messe in dubbio
negli stessi ambienti medici del Paese. I vescovi filippini hanno già chiesto in passato
regole più severe in materia di donazione di organi. In un documento diffuso nel 2008
essi avevano sottolineato che “il trapianto di organi umani non può essere separato
dall’atto umano della donazione” e che la “vendita e il commercio di organi, per sua
stessa natura, sono moralmente inaccettabili, e contrari all’autodeterminazione della
persona e all’eguaglianza di tutti gli uomini”. (L.Z.)