2010-08-25 10:59:43

Udienza generale: appello per la fine delle violenze in Somalia. Poi il Papa, sulla scia di Sant'Agostino, invita a non cessare di cercare la Verità


Il Papa, durante l’udienza generale di stamani a Castel Gandolfo, ha lanciato un accorato appello per la fine delle violenze in Somalia. Nella catechesi ha esortato ad avere i Santi come compagni di viaggio nel cammino di fede ed è tornato a parlare di Sant’Agostino e di una delle sue caratteristiche fondamentali: la ricerca costante della Verità. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

Il Papa ha rivolto il suo pensiero a Mogadiscio, da dove continuano a giungere notizie di efferate violenze e che ieri è stata teatro di una nuova strage:

“Sono vicino alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che, in Somalia, soffrono a causa dell'odio e dell'instabilità. Auspico che, con l'aiuto della comunità internazionale, non si risparmino sforzi per ristabilire il rispetto della vita e dei diritti umani”.

Nella catechesi, Benedetto XVI ha invitato i fedeli ad avere i Santi come “compagni di viaggio” nel cammino della vita cristiana. “Ognuno - ha affermato - dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo”. Occorre perciò conoscere di più i Santi, a partire da quello di cui si porta il nome, leggendone la vita e gli scritti:

“Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana. Come sapete, anch’io sono legato in modo speciale ad alcune figure di Santi: tra queste, oltre a san Giuseppe e san Benedetto dei quali porto il nome, e ad altri, c’è sant’Agostino, che ho avuto il grande dono di conoscere, per così dire, da vicino attraverso lo studio e la preghiera e che è diventato un buon ‘compagno di viaggio’ nella mia vita e nel mio ministero”.

Il Papa ricorda un aspetto importante dell’esperienza umana e cristiana di Sant’Agostino, ovvero “la ricerca inquieta e costante della Verità”. Una caratteristica – spiega - “attuale anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente la ‘verità’ che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti”. Il Santo vescovo di Ippona – rileva - “è un uomo che non è mai vissuto con superficialità”, non ha cercato “pseudo-verità incapaci di dare pace duratura al cuore”, ma “quella Verità che dà senso all’esistenza ed è ‘la dimora’ in cui il cuore trova serenità e gioia”:

“Il suo, lo sappiamo, non è stato un cammino facile: ha pensato di incontrare la Verità nel prestigio, nella carriera, nel possesso delle cose, nelle voci che gli promettevano felicità immediata; ha commesso errori, ha attraversato tristezze, ha affrontato insuccessi, ma - e questo è importante - non si è mai fermato, non si è mai accontentato di ciò che gli dava solamente un barlume di luce; ha saputo guardare nell’intimo di se stesso e si è accorto, come scrive nelle Confessioni, che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto, non lo aveva mai abbandonato, era in attesa di poter entrare in modo definitivo nella sua vita”.

“Sant’Agostino – ha proseguito il Papa - ha capito, nella sua inquieta ricerca, che non è lui ad aver trovato la Verità, ma la Verità stessa, che è Dio, lo ha rincorso e lo ha trovato”. E in questo cammino verso la verità, per il Santo è fondamentale il silenzio: “le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare”. "Questo - ha osservato - è vero anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita":

"Spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere - perché sembra più facile - con superficialità, senza pensare; anzi, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino”.

Quindi, il Papa ha concluso la sua catechesi con questa esortazione:

“Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, o anche a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive ‘come se Dio non esistesse’, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato”.







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