Udienza generale: appello per la fine delle violenze in Somalia. Poi il Papa, sulla
scia di Sant'Agostino, invita a non cessare di cercare la Verità
Il Papa, durante l’udienza generale di stamani a Castel Gandolfo, ha lanciato un accorato
appello per la fine delle violenze in Somalia. Nella catechesi ha esortato ad avere
i Santi come compagni di viaggio nel cammino di fede ed è tornato a parlare di Sant’Agostino
e di una delle sue caratteristiche fondamentali: la ricerca costante della Verità.
Il servizio di Sergio Centofanti:
Il Papa ha
rivolto il suo pensiero a Mogadiscio, da dove continuano a giungere notizie di efferate
violenze e che ieri è stata teatro di una nuova strage:
“Sono vicino
alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che, in Somalia, soffrono a causa dell'odio
e dell'instabilità. Auspico che, con l'aiuto della comunità internazionale, non si
risparmino sforzi per ristabilire il rispetto della vita e dei diritti umani”.
Nella
catechesi, Benedetto XVI ha invitato i fedeli ad avere i Santi come “compagni di viaggio”
nel cammino della vita cristiana. “Ognuno - ha affermato - dovrebbe avere qualche
Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione,
ma anche per imitarlo”. Occorre perciò conoscere di più i Santi, a partire da quello
di cui si porta il nome, leggendone la vita e gli scritti:
“Siate
certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti
per la vostra crescita umana e cristiana. Come sapete, anch’io sono legato in modo
speciale ad alcune figure di Santi: tra queste, oltre a san Giuseppe e san Benedetto
dei quali porto il nome, e ad altri, c’è sant’Agostino, che ho avuto il grande dono
di conoscere, per così dire, da vicino attraverso lo studio e la preghiera e che è
diventato un buon ‘compagno di viaggio’ nella mia vita e nel mio ministero”.
Il
Papa ricorda un aspetto importante dell’esperienza umana e cristiana di Sant’Agostino,
ovvero “la ricerca inquieta e costante della Verità”. Una caratteristica – spiega
- “attuale anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente
la ‘verità’ che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti”. Il Santo vescovo
di Ippona – rileva - “è un uomo che non è mai vissuto con superficialità”, non ha
cercato “pseudo-verità incapaci di dare pace duratura al cuore”, ma “quella Verità
che dà senso all’esistenza ed è ‘la dimora’ in cui il cuore trova serenità e gioia”:
“Il
suo, lo sappiamo, non è stato un cammino facile: ha pensato di incontrare la Verità
nel prestigio, nella carriera, nel possesso delle cose, nelle voci che gli promettevano
felicità immediata; ha commesso errori, ha attraversato tristezze, ha affrontato insuccessi,
ma - e questo è importante - non si è mai fermato, non si è mai accontentato di ciò
che gli dava solamente un barlume di luce; ha saputo guardare nell’intimo di se stesso
e si è accorto, come scrive nelle Confessioni, che quella Verità, quel Dio che cercava
con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto, non
lo aveva mai abbandonato, era in attesa di poter entrare in modo definitivo nella
sua vita”.
“Sant’Agostino – ha proseguito il Papa - ha capito, nella
sua inquieta ricerca, che non è lui ad aver trovato la Verità, ma la Verità stessa,
che è Dio, lo ha rincorso e lo ha trovato”. E in questo cammino verso la verità, per
il Santo è fondamentale il silenzio: “le creature debbono tacere se deve subentrare
il silenzio in cui Dio può parlare”. "Questo - ha osservato - è vero anche nel nostro
tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare
alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita":
"Spesso
si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura;
si preferisce vivere - perché sembra più facile - con superficialità, senza pensare;
anzi, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi,
ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino”.
Quindi,
il Papa ha concluso la sua catechesi con questa esortazione:
“Cari
fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà
nel suo cammino di fede, o anche a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi
vive ‘come se Dio non esistesse’, di non avere paura della Verità, di non interrompere
mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su
se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare
Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere
amato”.