Sudafrica. Anglicani e cattolici uniti per dire no alla nuova legge sulla libertà
di stampa
CAPETOWN, 25 agosto 2010 I sudafricani si oppongano all’introduzione della nuova
legge sulla libertà di stampa. È l’appello lanciato sia dall’arcivescovo cattolico
di Durban, card. Wilfrid Napier, che dal quello anglicano del Sudafrica, Desmond Tutu.
La normativa in questione sulla libertà di stampa, denominata Power of information
act (POI), è stata proposta dal capo di Stato, Jacob Zuma, e dal suo partito, l’African
National Congress (ANC); il testo prevede l’istituzione di una giurisdizione speciale
per la stampa e pene pesanti per quei giornalisti e media che dovessero mettere a
rischio la sicurezza nazionale. La nuova legge istituisce anche tribunali dedicati
alla sorveglianza dei mass media, pene fino a 25 anni per chi sia giudicato colpevole
d’infrangerla e vasti poteri per il governo nel definire quali informazioni siano
da proteggere in nome della sicurezza nazionale. “Si tratta di una normativa che somiglia
alla legislazione sull’apartheid”, ha detto l’arcivescovo Tutu in un discorso a braccio,
pronunciato nei giorni scorsi presso l’Istituto per la democrazia di Cape Town. Quindi,
l’esponente anglicano ha esortato i sudafricani a lottare per difendere la libertà
di stampa, mantenendo vivo quello stesso spirito che ha reso i Mondiali di Calcio
2010, svoltisi nel Paese, un vero successo. Sulla stessa linea anche il card. Napier,
il quale ha lanciato un appello direttamente al presidente Zuma: “Non permetta alla
nostra nazione – ha detto il porporato – di essere screditata così in fretta dopo
la meravigliosa immagine di unità e solidarietà che essa ha presentato al mondo durante
la World Cup”. (PIRO)