Al Meeting di Rimini, la riflessione del primate d'Irlanda, mons. Martin, sulla figura
del prossimo Beato, il cardinale John Henry Newman
Al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, giunto alla quarta giornata di questa
sua edizione 2010, la mattinata di oggi è stata contrassegnata dai temi dell’immigrazione
e dell’integrazione, dal confronto sul bene della scienza e sul prossimo Expò del
2015. Ieri, a suscitare attenzione, è stata la riflessione dell’arcivescovo di Dublino
e primate d’Irlanda, Diarmuid Martin, dedicata alla figura del cardinale Newman, prossimo
a essere proclamato Beato dal Papa. Da Rimini, ci riferisce il nostro inviato, Luca
Collodi:
Anglicano
inglese, convertitosi al cattolicesimo nel 1845, alla vigilia della sua Beatificazione,
Newman fu teologo, letterato e filosofo. Una figura importante sul piano della testimonianza
cristiana nella società britannica e irlandese del XIX secolo, ostile alla fede e
che, in parte, ricorda l’attuale. La Chiesa irlandese, ha sottolineato al Meeting
di Rimini il Primate d’Irlanda, mons. Diarmuid Martin, attraversa infatti un periodo
difficile a causa dello scandalo degli abusi sessuali commessi da alcuni preti su
minori. “Allora come oggi è urgente che la Chiesa torni a cercare uno spazio nell’ambito
culturale che non ha”. L’Irlanda è oggi fortemente laicizzata con il rischio di ridurre
la fede ad una semplice “religione civica”, che “ognuno si costruisce da solo” prendendo
ciò che interessa di più del messaggio cristiano. “Newman ha sottolineato che la fede
non è una semplice adesione intellettuale, ma comporta dei rischi personali per cambiare
il corso delle cose”. Rischi che l’uomo di oggi non è più disposto a correre.
“L’Irlanda
– ha detto mons. Martin – ha bisogno di uomini che sappiano, come Newman, confrontarsi
con la modernità partendo da una fede salda. La Chiesa irlandese non ha bisogno di
riforme organizzative, ma di una fede che sfidi la modernità”. “A volte - ha concluso
il Primate d'Irlanda - ci sono le crisi, i dubbi, che sembrano non portare da nessuna
parte, ma il desiderio vero di Dio ci porta una luce inaspettata che è la certezza
di una fede fondata sulla ragione”.Resta, tuttavia, il rischio di una
gran parte della popolazione, anche cattolica, che continua a non capire la vastità
del cambiamento culturale in atto con inevitabili ripercussioni negative nella vita
quotidiana.