Usa: appello del Movimento Pro-life contro il finanziamento dell’aborto
Sostenere la proposta di legge che dice no al finanziamento dell’aborto: è l’esortazione
che arriva dal Movimento Pro-life degli Stati Uniti e che è indirizzata a tutti i
membri della Camera dei rappresentanti. In una lettera a firma del cardinale Daniel
Di Nardo, presidente del Movimento Pro-life, si ribadisce che la proposta di legge
H.R. 5939 ha già 166 sostenitori, inclusi 20 esponenti democratici. “Questo progetto
di legge – scrive il cardinale Di Nardo nella missiva – introdurrà in modo definitivo
una politica sulla quale, per oltre 35 anni, c’è sempre stato un forte accordo, sia
a livello popolare che governativo, ovvero: il governo federale non deve utilizzare
il denaro dei contribuenti per sostenere e promuovere l’aborto. Persino i rappresentanti
politici “pro-scelta” e i giudici che hanno affermato la validità del “diritto costituzionale”
all’aborto – continua il porporato – sono d’accordo sul fatto che il governo possa
usare il proprio potere per incoraggiare in modo valido le nascite, invece dell’aborto”.
Poi, il presidente del Movimento Pro-life fa un’ulteriore precisazione: “Durante il
recente dibattito sulla riforma sanitaria, alcuni hanno erroneamente dedotto che,
nella nuova legge, non ci fosse bisogno di norme restrittive relative al finanziamento
dell’aborto, poiché questa materia era stata già trattata dall’emendamento Hyde”.
Ma ciò non è affatto vero, continua il cardinale Di Nardo, poiché “l’emendamento Hyde,
che esclude fondi per l’aborto e per progetti sanitari che lo garantiscano, è in realtà
solo una clausola della Carta dei servizi relativi al lavoro e alla sanità”. Tuttavia,
ribadisce il porporato, “mentre la politica del Congresso è stata effettivamente consistente
per decenni, al contrario l’attuazione di tale politica è stata frammentaria e talvolta
inadeguata”. Quindi, il cardinale Di Nardo conclude: “Nessun ospedale, dottore od
infermiera dovrebbe essere costretto a smettere di fornire cure mediche legittime
perché non possono, in coscienza, partecipare alla distruzione di una vita umana”.
(I.P.)