Nigeria: per la Chiesa di Jos sono soprattutto etniche e sociali le cause delle violenze
I recenti episodi di violenza che hanno sconvolto lo Stato di Plateau (Nigeria centrale)
negli ultimi mesi sono stati al centro dell’ottava Assemblea generale dell’arcidiocesi
di Jos, capitale dello Stato, il cui tema si intitolava “The Challenges of Religious
and Political Conflicts to the Church in Plateau State”. L’Assemblea si è tenuta dal
16 al 20 agosto presso il centro pastorale “Sacro Cuore” di Jos. “L’Assemblea generale
deplora la perdita di vite e di proprietà provocate dalla recenti crisi e offre le
condoglianze alla famiglie dei defunti, pregando per le loro anime” afferma il comunicato
finale inviato all’agenzia Fides. “Non vi è dubbio che, direttamente o indirettamente
tutti noi abbiamo sofferto per le crisi che hanno sconvolto lo Stato” continua il
documento. “Nonostante le pesanti sfide economiche, politiche, sociali e relative
alla sicurezza che dobbiamo affrontare nello Stato e, in generale, nel Paese, incoraggiamo
i cristiani di non perdere la fede nel Dio onnipotente, né di rimanere paralizzati
dalla paura e dalla collera, ma piuttosto, di rinnovare il loro amore verso Dio e
il prossimo. La Chiesa continuerà ad insegnare l'amore, la pace, la riconciliazione,
ad ogni costo. Ogni cattolico è chiamato ad essere un agente del cambiamento che auspichiamo.
Preghiamo per la pace nei nostri cuori, nelle nostre case, nel nostro Stato e nel
Paese. Cerchiamo di essere i primi a dire “no alla violenza” e di essere in prima
linea nel sviluppare una cultura di pace e di non violenza”. L’Assemblea dopo aver
ringraziato le forze dell’ordine e le autorità di governo per gli sforzi volti a mantenere
la pace nella regione, invita tutti i cittadini a non farsi giustizia da soli, ma
a segnalare alle autorità di sicurezza tutti i movimenti sospetti. Il messaggio lamenta
“la polarizzazione delle nostre comunità” sulla base dell’essere cristiane o musulmane,
perché questa comporta “ulteriori sospetti, diffidenza e paura”, e lancia l’allarme
per la crescita dell’estremismo religioso. “Ribadiamo l'importanza del dialogo nella
risoluzione dei conflitti. La posizione della Chiesa cattolica è che il dialogo rimane
un vero e proprio strumento per la pace. Le recenti crisi hanno generato sfiducia
e ci vorrà un grande lavoro per ricostruire la fiducia e la relazione tra musulmani
e cristiani”. Dal dibattito assembleare sono emerse diverse posizioni sulle cause
delle violenze. “La mancanza di una chiara comprensione sull'origine e sulle cause
della crisi ha provocato problemi anche tra i cristiani. Mentre alcuni considerano
tali crisi come il tentativo da parte dei musulmani di invadere lo spazio sacro di
quello che viene considerato uno Stato profondamente cristiano, altri pensano che
le cause della crisi siano etniche, sociali e politiche, ma con una colorazione religiosa.
Le crisi devono essere inquadrate nella giusta prospettiva. Le cause sono molteplici
e pertanto non si può attribuire la colpa solo alla religione” sottolinea il messaggio.
(R.P.)