2010-08-23 13:10:26

I vescovi di Tshumbe (RDC) lanciano un appello: no alle divisioni, sì all'unità


Messaggio del clero di Tshumbe nella Repubblica Democratica del Congo
(dall'Osservatore Romano)

Kinshasa, 20 agosto 2010
No alle divisioni e alle violenze, sì all'unità nella diversità. È questo, in sintesi, il senso del messaggio che il clero della diocesi di Tshumbe, nella provincia del Kasai orientale (dal 2005 provincia di Sankuru) nella Repubblica Democratica del Congo, ha rivolto alla popolazione nell'imminenza delle celebrazioni del centenario dell'evangelizzazione del luogo.
Il clero di Tshumbe — riferisce l'agenzia di stampa Fides — insieme a monsignor Nicolas Djomo Lola, vescovo di Tshumbe e presidente della Conferenza episcopale congolese, ha deciso di rivolgersi alla popolazione dopo «aver preso coscienza della necessità di prendere una chiara posizione di fronte alla situazione che si è venuta a creare nella nostra regione, ovvero — ha sottolineato il vescovo — le tensioni sociali basate sulla falsa divisione Ekonda (foresta)-Eswe (savana), originatasi già nel 1963, e ancora ricorrente, e le cui ultime tristi manifestazioni risalgano a marzo e aprile 2010 a Lodja e a Tshumbe».
Nel 1963, istigati dalle manovre di politici senza scrupoli, la comunità Tetela si è divisa tra gli Ekonda e gli Eswe, a seconda se si abita nella zona della foresta o della savana. Le tensioni erano sfociate in violenti scontri che avevano provocato migliaia di morti e la fuga in massa della popolazione. Queste tensioni sono rimaste latenti nei decenni successivi. A marzo e aprile scorso vi sono stati una serie di incidenti (alcune persone sono state picchiate e per rappresaglia diverse abitazioni sono state completamente distrutte o incendiate) a Lodja e a Tshumbe.
«Di fronte alle vittime degli eventi dolorosi nel 1963 che hanno provocato la perdita di molte vite e la distruzione di proprietà, con lo spostamento in massa di intere popolazioni — si legge nel messaggio — da un lato vogliamo esprimere il nostro più profondo cordoglio e dall'altro la nostra sconfessione inequivocabile nei confronti degli ispiratori di questi atti malvagi».
Riferendosi ai recenti avvenimenti, il documento prosegue: «Di fronte a numerosi tentativi di dividere e di minare l'unità del Sankuru e del popolo Tetela-Kusu nel suo complesso, invitiamo la famiglia di Dio a rimanere unita e salda nella solidarietà. Per quanto riguarda la diversità che caratterizza il nostro popolo, noi non accettiamo che questa, invece di essere un arricchimento, diventi fonte costante di angoscia, paura e soprattutto divisione».
Il clero di Tshumbe, inoltre, denuncia e respinge con forza i ripetuti tentativi di strumentalizzare la Chiesa e il suo personale».
Nel documento si invitano, in occasione della chiusura del Centenario, tutte le parrocchie, le comunità ecclesiali di base e le famiglie ad organizzare dei riti di perdono e di riconciliazione dal 15 al 21 novembre prossimo.
«All'alba del secondo Centenario dell'evangelizzazione della nostra diocesi — conclude il messaggio del clero di Tshumbe — ci impegniamo a lavorare tutti insieme, sacerdoti e fedeli, mano nella mano, come figli e figlie della stessa famiglia, al fine di realizzare l'idea di riconciliazione, di giustizia e di pace voluto dall'ultimo Sinodo dei vescovi per l'Africa svoltosi a Roma lo scorso ottobre. Estendiamo, per tanto, la nostra fervida preghiera a Cristo, Salvatore del mondo, attraverso l'intercessione della Vergine Maria, Madre del Redentore e Patrona della diocesi di Tshumbe, che ci tenga uniti nella fratellanza universale dei figli di Dio».







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