Giornata per il ricordo della tratta degli schiavi: l'Onu contro le nuove forme di
schiavitù
Sono almeno 2 milioni e 700 mila le vittime di tratta e sfruttamento in tutto il mondo,
per un giro d’affari di 32 miliardi di dollari. Sono i dati emersi dal rapporto annuale
di "Save the Children", pubblicato in concomitanza con l’odierna Giornata internazionale
del ricordo della tratta degli schiavi e della sua abolizione, sotto l’egida dell’Onu.
La ricorrenza costituisce un importante momento di dibattito e riflessione sulle moderne
forme di schiavitù. Il servizio di Elisa Castellucci:
Richiamare
il ricordo di una realtà lungamente occultata, sconosciuta, attribuendone la giusta
collocazione nella coscienza degli uomini, ma anche far riflettere sulle attuali forme
di sfruttamento: è il duplice obiettivo della Giornata che commemora oggi l’abolizione
della tratta degli schiavi, una delle più grandi tragedie dell’umanità. Con il fiorire
delle nuove rotte migratorie, la schiavitù continua ad essere presente nella società
attuale in molteplici forme, dallo sfruttamento sessuale a quello lavorativo. Ma quali
specifiche caratteristiche ha assunto il fenomeno oggi? Lo abbiamo chiesto al docente
di storia e geopolitica africana dell’università di Bologna, Jean Leonard
Touadì:
“Con il fenomeno della globalizzazione che rende
così agevoli i trasporti, gli spostamenti degli esseri umani, anche questo crimine
odioso che è la tratta delle persone ha acquisito una dimensione transnazionale. Quindi,
le strategie di contrasto a livello nazionale non bastano più. C’è sempre più un’esigenza
di coordinamento a livello regionale per quanto riguarda l’Europa. Le agenzie internazionali
del crimine hanno capito come è possibile sfruttare la globalizzazione e la facilità
che dà in termini di comunicazione e di trasporto. Le rotte di traffico sono conosciute
ma anche le agenzie che promuovono questo turpe commercio sono conosciute. Manca una
legislazione sia preventiva, sia repressiva, che sia all’altezza del carattere transnazionale
del fenomeno e su questo penso che ci sia ancora molto da fare. Il nostro Paese ha
sottoscritto due mesi fa il protocollo europeo proprio sulla tratta, in modo da adeguare
la nostra legislazione, il nostro codice penale, a questa fattispecie di reato particolarmente
odiosa. Tuttavia, molto resta ancora da fare per distinguere quello che è il semplice
fenomeno dell’immigrazione da un fenomeno che invece è legato allo sfruttamento
della persona, il commercio delle persone”.
Ma cosa fa, in particolare,
l’Unesco per arginare il problema della tratta? Lo abbiamo chiesto al presidente della
commissione italiana dell’Unesco, Giovanni Puglisi:
“L’Unesco
ha lanciato il programma, “La rotta degli schiavi”, che è un programma molto importante
che dovrebbe tendere a connettere interessi culturali in diversi Paesi per acquisire
la coscienza del problema. E’ importante oggi ricordare la schiavitù, ma non ricordare
solo che siamo riusciti a sconfiggerla, ma ricordare la schiavitù che ancora continua
ad essere incombente”.