2010-08-23 15:51:52

Giornata per il ricordo della tratta degli schiavi: l'Onu contro le nuove forme di schiavitù


Sono almeno 2 milioni e 700 mila le vittime di tratta e sfruttamento in tutto il mondo, per un giro d’affari di 32 miliardi di dollari. Sono i dati emersi dal rapporto annuale di "Save the Children", pubblicato in concomitanza con l’odierna Giornata internazionale del ricordo della tratta degli schiavi e della sua abolizione, sotto l’egida dell’Onu. La ricorrenza costituisce un importante momento di dibattito e riflessione sulle moderne forme di schiavitù. Il servizio di Elisa Castellucci:RealAudioMP3

Richiamare il ricordo di una realtà lungamente occultata, sconosciuta, attribuendone la giusta collocazione nella coscienza degli uomini, ma anche far riflettere sulle attuali forme di sfruttamento: è il duplice obiettivo della Giornata che commemora oggi l’abolizione della tratta degli schiavi, una delle più grandi tragedie dell’umanità. Con il fiorire delle nuove rotte migratorie, la schiavitù continua ad essere presente nella società attuale in molteplici forme, dallo sfruttamento sessuale a quello lavorativo. Ma quali specifiche caratteristiche ha assunto il fenomeno oggi? Lo abbiamo chiesto al docente di storia e geopolitica africana dell’università di Bologna, Jean Leonard Touadì:

“Con il fenomeno della globalizzazione che rende così agevoli i trasporti, gli spostamenti degli esseri umani, anche questo crimine odioso che è la tratta delle persone ha acquisito una dimensione transnazionale. Quindi, le strategie di contrasto a livello nazionale non bastano più. C’è sempre più un’esigenza di coordinamento a livello regionale per quanto riguarda l’Europa. Le agenzie internazionali del crimine hanno capito come è possibile sfruttare la globalizzazione e la facilità che dà in termini di comunicazione e di trasporto. Le rotte di traffico sono conosciute ma anche le agenzie che promuovono questo turpe commercio sono conosciute. Manca una legislazione sia preventiva, sia repressiva, che sia all’altezza del carattere transnazionale del fenomeno e su questo penso che ci sia ancora molto da fare. Il nostro Paese ha sottoscritto due mesi fa il protocollo europeo proprio sulla tratta, in modo da adeguare la nostra legislazione, il nostro codice penale, a questa fattispecie di reato particolarmente odiosa. Tuttavia, molto resta ancora da fare per distinguere quello che è il semplice fenomeno dell’immigrazione da un fenomeno che invece è legato allo sfruttamento della persona, il commercio delle persone”.

Ma cosa fa, in particolare, l’Unesco per arginare il problema della tratta? Lo abbiamo chiesto al presidente della commissione italiana dell’Unesco, Giovanni Puglisi:

“L’Unesco ha lanciato il programma, “La rotta degli schiavi”, che è un programma molto importante che dovrebbe tendere a connettere interessi culturali in diversi Paesi per acquisire la coscienza del problema. E’ importante oggi ricordare la schiavitù, ma non ricordare solo che siamo riusciti a sconfiggerla, ma ricordare la schiavitù che ancora continua ad essere incombente”.







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