Il Papa all’Angelus: Maria, Regina, doni la pace al mondo e ci aiuti a costruire la
civiltà dell’amore
All’Angelus al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha levato stamani
un'accorata preghiera per la pace nel mondo. Una preghiera affidata a Maria, che la
liturgia odierna ci invita a venerare col titolo di Regina. La Madonna, ha affermato
il Papa, ci mostra che bisogna seguire la via dell’umiltà per entrare nel Regno di
Dio. Salutando i pellegrini di lingua francese, il Papa ha invitato i fedeli ad accogliere
le diversità umane, poiché tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Benedetto
XVI ha sottolineato che, otto giorni dopo la Solennità dell’Assunzione in Cielo, la
liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine col titolo di “Regina”. Una regalità
umile, quella di Maria. Dio, infatti, ha osservato il Papa, “abbassa i superbi e i
potenti di questo mondo e innalza gli umili”.
“La piccola e semplice
fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie
che rivelano il cuore di Dio”.
Il Papa rammenta, dunque, che nella
storia, sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica alla regalità della
Vergine Maria. E proprio alla Madonna, che Gesù “ci ha lasciato quale Madre e Regina”,
il Papa leva una preghiera per l’umanità:
“Affidiamo alla sua intercessione
la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda
logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo
dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore.
Maria, Regina pacis, ora pro nobis!”
Il Pontefice non manca di soffermarsi
sulla particolare dimensione della regalità di Maria che, osserva, è “totalmente relativa
a quella di Cristo”, che dopo l’umiliazione della Croce è stato esaltato al di sopra
di ogni creatura:
“Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata
è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua
vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel mistero messianico;
alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al
Cielo”.
La Madre, ha detto ancora il Papa, “ha condiviso
con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello
Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta
la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando
attraverso la 'porta stretta' che è Gesù stesso”:
“Sì, Maria è la
prima che è passata attraverso la 'via' aperta da Cristo per entrare nel Regno di
Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano
a metterla in pratica”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, parlando
in francese, il Papa ha affermato che tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza.
E ciò rappresenta anche "un invito a saper accogliere le legittime diversità umane"
seguendo Gesù "venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni". Quindi, ha invitato
i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale ed ha pregato la
Vergine affinché accompagni i ragazzi al rientro a scuola che si avvicina. “Quando
ci viene una sensazione di smarrimento, di incertezza e di fragilità dell’esistenza
terrena – ha quindi affermato, rivolgendosi ai pellegrini in lingua polacca – in Cristo
ritroviamo il senso del nostro cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la
pienezza della vita nella risurrezione”.