Cuba: le “Damas de Blanco” ringraziano la Chiesa per la sua opera in favore dei
detenuti politici
“Molto positive” le azioni della Chiesa cattolica cubana messe in atto in favore delle
scarcerazioni degli oppositori al governo: così, le ha definite Berta Soler, leader
del gruppo “Damas de Blanco” formato da madri, mogli e fidanzate di dissidenti politici
ancora in carcere o già liberati, parlando con i giornalisti dopo l'incontro, venerdì
scorso, con il cardinale Jaime Ortega Alamino, arcivescovo dell’Avana. Secondo quanto
riportato dalle agenzie Afp ed Efe, la signora Soler ha osservato che “la Chiesa fa
ciò che realmente deve fare: stare accanto alle persone che soffrono, alle persone
incarcerate e tutti noi vediamo i risultati positivi delle sue azioni”. Le “Damas
de Blanco” hanno voluto incontrare l’arcivescovo per chiedergli di intercedere presso
le autorità affinché si metta fine a una serie di atti intimidatori nei confronti
di Reina Tamayo, madre di Orlando Zapata Tamayo, dissidente politico morto lo scorso
23 febbraio dopo uno sciopero della fame di 85 giorni, con il quale intendeva protestare
e chiedere la propria libertà. Una situazione "tragica e dolorosa", la definì allora
il cardinale Ortega, il quale scrisse in merito una lettera al presidente Raùl Castro,
in seguito alla quale fu organizzato l’incontro del 19 maggio, cui prese parte anche
mons. Dionisio Garcìa, presidente della Conferenza episcopale cubana e arcivescovo
di Santiago di Cuba. Il cardinale Ortega ha inoltre informato le “Damas” sulle azioni
intraprese in favore della signora Tamayo presso le autorità e su altri casi simili.
Quanto alla lettera scritta di recente da 165 dissidenti, la signora Soler ha precisato
che né lei, né nessun membro delle “Damas” ha voluto partecipare alla raccolta firme:
“Ci sono alcune cose che si mescolano con affari politici e noi non siamo politici
- ha detto - siamo un gruppo che difende i diritti umani e cerca la libertà dei propri
uomini. Non vogliamo mescolarci con nulla che sia politico. Rispettiamo le scelte
e le preferenze di tutti, ma non siamo un collettivo politico”. Infine, ricordando
che le ostilità nei confronti del gruppo sono terminate grazie alla mediazione del
cardinale Jaime Ortega e al dialogo intrapreso dalla Chiesa con le autorità, si è
augurata che la stessa cosa avvenga presto per la signora Tamayo, che vive nella città
orientale di Banes. (A cura di Luis Badilla)