Approvata la traduzione inglese per le diocesi americane del nuovo Messale Romano
Il cardinale arcivescovo di Chicago, Francis George, ha annunciato venerdì scorso
che il Vaticano ha approvato la traduzione in inglese del Messale Romano. Il nuovo
testo entrerà in vigore il 27 novembre 2011, prima domenica di Avvento. La data, ha
spiegato il presidente della Conferenza episcopale statunitense, è stata scelta per
dare tempo alle parrocchie di preparare i fedeli alle modifiche e agli editori di
stampare le copie del Messale tradotto. La scelta della prima domenica d’Avvento ha
tuttavia anche una valenza simbolica, come spiega mons. Anthony Sherman, direttore
del Segretariato per il Culto Divino dell’episcopato statunitense. L’intervista è
di Emer McCarthy:
R. – We
have a tradition in America...
Abbiamo una tradizione in America, dal
Concilio Vaticano II, per cui ogni novità è stata introdotta il primo giorno di Avvento.
E’ una solida tradizione, ecco perché abbiamo scelto questa data. I vescovi canadesi
e i vescovi americani hanno detto che la pubblicazione ha bisogno di almeno un anno.
E’ una grande opportunità per catechizzarele persone.
D.
– Cosa cambia in questo nuovo Messale romano...
R. –
There are a number of different changes...
Ci sono diversi cambiamenti,
anche se, direi, non penso saranno molto difficili. In molti casi si tratta solo di
una parola o due, che devono essere cambiate. Gli unici cambiamenti fondamentali per
cui servirà un testo ai fedeli saranno quelli presenti nel Gloria e nel Credo: in
entrambi i casi, infatti, ci sono diverse modifiche. La vera sfida è per i preti,
perché le preghiere, le preghiere di apertura per esempio, hanno un contenuto più
ricco, lo stile è leggermente differente ed ha anche un registro differente. Sarà
importante che specialmente i preti esaminino con grande cura questi testi, prima
di utilizzarli.
D. – Uno dei dibattiti più accesi tra
i cattolici al momento riguarda la liturgia e come viene celebrata. Quanto è stato
difficile per chi si occupa di liturgia cercare di rimanere fedeli a questa traduzione?
R. – First of all, I don’t know why it is…
Prima di tutto,
non so perché, ma la liturgia per qualche ragione diventa una via che illumina tutto.
Di fronte a qualsiasi problema, alla fine, tutto punta quasi sempre alla liturgia.
E quindi bisogna tenerlo a mente. Per quanto riguarda gli aspetti della traduzione,
migliaia di persone sono state coinvolte in questo processo e sono state in grado
di ottenere quanto volevamo. La traduzione è un processo imperfetto: c’è una linea
guida da seguire e uno fa del suo meglio per seguirla. Le grandi traduzioni sono portate
avanti da esperti accademici. Quindi, quello che spero è che i sacerdoti siano in
grado di predicare, partendo da queste preghiere, aprendo così enormi tesori.