2010-08-21 15:26:44

Kashmir: lettere intimidatorie per la conversione all'islam dei sikh


“Convèrtiti all’islam e unisciti alla lotta contro le uccisioni di civili o lascia la valle”: è il contenuto delle lettere anonime che molti membri della comunità sikh del Kashmir hanno ricevuto in questi giorni. Lo rende noto l’agenzia AsiaNews. La valle del Kashmir è una regione montuosa contesa tra Pakistan e India. Il Jammu-Kashmir si trova nella parte orientale della valle ed è uno degli Stati di giurisdizione indiana. Si verificano spesso scontri tra esercito indiano e separatisti musulmani, i quali chiedono l’annessione al Pakistan. Il leader dei separatisti, Syed Ali Shah Geelani, ha rassicurato i sikh, dicendo loro di ignorare le lettere e di non sentirsi spaventati. Dello stesso parere, Ali Ashgar Engineer, musulmano indiano e responsabile del centro Studi sulla società e il secolarismo di Mumbai. “Le lettere sono anonime” – ha riferito Engineer ad AsiaNews – “gli estremisti non sono dietro a queste lettere, sono stati i terroristi del Pakistan. La maggior parte della gente in Kashmir è contro la violenza, si oppone al terrorismo e alla radicalizzazione”. Di diverso avviso è Predhuman Joseph Dhar, appartenente ai pandit, una setta di bramini indù originari del Kashmir e convertito al cattolicesimo 16 anni fa: “La natura degli attuali scontri - ha detto - non è politica, ma religiosa. Vogliono islamizzare il Kashmir". “Nel dicembre del 1989 – sottolinea Dhar - ho dovuto lasciare la mia casa e il mio cuore, e rifugiarmi con la mia famiglia in Jammu, insieme ad altre 4 milioni di persone. Non ho potuto portare niente con me. Quando mi sono convertito sono stato diseredato e tutto quello che avevo accumulato nei cinque anni prima del mio Battesimo è così andato perso”. Dhar, infine, rammenta la vicenda di padre Jim Borst, unico missionario olandese del Mill Hill nella valle del Kashmir, che nel luglio scorso ha ricevuto una lettera di espulsione dall’India. Il missionario, impegnato nelle strutture educative e sanitarie dell’area dal 1963, dovrà probabilmente lasciare il Paese. (C.F.)







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