Nepal: leader religiosi uniti per una campagna contro le armi
I leader religiosi nepalesi delle più importanti comunità si sono riuniti il 16 agosto
scorso a Kathmandu, per lanciare una campagna contro l’uso e la produzione delle armi.
Insieme con loro, anche esperti internazionali del settore per appoggiare l’iniziativa
di portata internazionale, organizzata dai network Religions for Peace e Youth. La
campagna, riferisce l'agenzia Asianews, prevede una raccolta di firme. Ne sono state
raccolte 10 milioni in tutto il mondo. Esse verranno inviate all’Onu e alle sedi di
tutti i governi e i partiti del mondo. In Nepal sono state raccolte un milione di
firme. Koichi Mastsumoto, consulente per le religioni del segretario generale dell’Onu,
ha dichiarato: “La società moderna cresce nella sfiducia. I Paesi europei e americani
producono armi, anche atomiche, e le popolazioni asiatiche e africane ne soffrono
le conseguenze. Raccogliamo firme per fare pressione sugli Stati”. Il Nepal è uno
dei Paesi che più soffre del commercio illegale di armi. Secondo il governo, almeno
10mila armi illegali circolano nella sola Kathmandu. Subas Nemwang, a capo dell’Assemblea
costituente del Nepal, ha appoggiato con entusiasmo l’iniziativa: “Il Nepal sta affrontando
una situazione difficile perché i partiti politici sono favorevoli allo smercio di
armi e possiedono milizie private”. Fratel Jenu Rakesh, rappresentante della Chiesa
cattolica, ha detto che “questo programma ci ricorda che siamo stati creati per la
pace e che Dio ci invita oggi a viverla e a condividerla con gli altri”. Insieme con
lui, sono intervenuti anche Kesab Prasad Chaulagain per gli indù, Nazrul Hussein per
i musulmani, Nun Guruma per i buddisti, Narendra Pandey per i bahai e Naman Upadhyaya
per i jainiti, antica religione indiana promotrice della non violenza.