Alluvioni in Pakistan. L'ambasciatrice Aslam: non c'è ancora una vasta mobilitazione
Sempre preoccupante la situazione in Pakistan, a tre settimane delle inondazioni che
hanno interessato 20 milioni di persone provocando almeno 1600 vittime. La Commissione
Europea oggi ha stanziato altri 30 milioni di euro in favore delle popolazioni. Sale
così a 70 milioni l’impegno messo in campo da Bruxelles per fronteggiare l’emergenza
nel Paese dove, secondo le Nazioni Unite, ci sono milioni di persone non ancora raggiunte
dagli aiuti. Ma qual è la situazione sul terreno? Emer McCarthy ha intervistato
l’ambasciatrice del Pakistan in Italia Tasnim Aslam:
R. – The
situation is really bad... La situazione è davvero drammatica, oltre qualsiasi
immaginazione. L’area colpita equivale al territorio dell’Austria, della Svizzera
e del Belgio messi insieme. Non c’è segno ancora dell’attenuarsi delle alluvioni:
sta ancora piovendo e si aspettano altre inondazioni; ogni giorno nuove città vengono
sommerse dall’acqua. Finora sono stati ritrovati 1600 corpi senza vita ma non sappiamo
cosa troveremo sotto l’acqua. Ci sono 20 milioni di sfollati e senzatetto, perché
le loro case sono state travolte dall’acqua; ci sono 3 milioni e mezzo di bambini
che rischiano di morire di diarrea e di colera, a meno che non vengano rapidamente
raggiunti da assistenza medica, acqua potabile e cibo. Tutti questi problemi ci sovrastano
e noi rivolgiamo ancora una volta un appello al mondo perché ci aiuti, visto che nessun
Paese al mondo potrebbe superare una catastrofe del genere da solo.
D.
– Cosa ha indicato il governo come necessità primarie in questa emergenza?
R.
– The primary needs has been … La primissima necessità è stata quella di
soccorrere la gente con gli elicotteri, perché i ponti sono crollati. C’è ancora un
certo numero di persone che si trovano intrappolate, specialmente nel nord del Paese,
dove nemmeno gli elicotteri riescono a raggiungerli a causa del maltempo. La prima
necessità, dunque, è quella di salvare le persone e dare loro un aiuto, che preveda
riparo, cibo e assistenza medica. Poi ci dedicheremo alla ricostruzione e questo sarà
un progetto a lungo termine: riguarderà circa 400-500 ponti che sono stati travolti
dall’acqua. Anche molte strade sono distrutte e sono interrotti i collegamenti tra
le regioni e con il resto del mondo. Ripeto: la priorità è quella di soccorrere e
portare aiuto alle persone che hanno bisogno urgentemente di medicine contro il colera,
la diarrea e contro il morso dei serpenti. Abbiamo bisogno di sistemi per la depurazione
dell’acqua, di tende e di cibo.
D. – Nel corso dell’udienza generale
di questa mattina, Benedetto XVI ha lanciato un nuovo appello per il Pakistan. Quanto
è stato importante per voi?
R. – It is very important! … E’
molto importante, come è molto importante per noi aiutarci come esseri umani. Purtroppo,
non abbiamo visto grande mobilitazione in questo senso, almeno per quanto riguarda
il continente europeo. La Gran Bretagna ci ha dato circa 42 milioni di sterline, ma
gli altri Paesi europei hanno inviato soltanto aiuti piccoli, se confrontati all’enormità
del disastro. Chiediamo alla Chiesa di mobilitare i fedeli affinché aiutino altri
esseri umani che sono in pericolo di vita.