2010-08-17 19:20:44

Sudan. La Conferenza Episcopale promuove cento giorni di preghiera per la pace


Cento giorni di preghiera per la pace nel Sudan (dall'Osservatore Romano)
di Alessandro Trentin

«Centouno giorni di preghiera per la riconciliazione in Sudan»: è l'iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale in Sudan, che il vescovo di Rumbek Cesare Mazzolari, comunica in una intervista a «L'Osservatore Romano». Monsignor Mazzolari è appena rientrato a Rumbek, dopo aver compiuto una visita in varie zone del Sudan, dove probabilmente a gennaio (ma la data non è ancora stata ufficializzata), si terrà un referendum importante per l'indipendenza del Sud Sudan. Si tratta di un passaggio delicato per l'equilibrio politico-sociale della nazione, un passo in avanti decisivo verso la democratizzazione, dopo un lunghissimo periodo di conflitto. Gli stessi vescovi, in una recente nota, hanno definito l'attuale situazione «un momento storico di cambiamento» che farà sì che il Sudan «non sia più quello di prima».
La Chiesa cattolica è impegnata al massimo per garantire che il processo di democratizzazione avvenga in maniera pacifica, evitando ulteriori sofferenze alla popolazione. «Dal 21 settembre al 1° gennaio, in coincidenza con la Giornata mondiale della pace — spiega il vescovo di Rumbek, che è anche referente per l'episcopato in Sudan del comitato di religiosi e religiose per la solidarietà al Sud Sudan — in tutte le diocesi del Sudan si svolgeranno momenti di preghiera e altre iniziative, per esortare governanti e cittadini a promuovere il bene comune e a rendere il referendum un momento di maturità democratica e non pretesto di conflittualità e di divisione». Il 1° gennaio, proprio in coincidenza con la Giornata mondiale della pace, nel Paese sarà celebrata una messa solenne per unire i cuori dei fedeli all'appello di Benedetto XVI per la riconciliazione nel mondo.
La Chiesa, infatti, come hanno ribadito i vescovi del Sudan, è costantemente presente «nel lavoro di costruzione della pace e di riconciliazione, in collaborazione con le altre parti» e in linea con la sua dottrina sociale.
Il Sudan conta circa quaranta milioni di abitanti, di cui l'80 per cento sono musulmani e il 17 per cento cristiani. Monsignor Mazzolari non nasconde le difficoltà per la comunità cristiana, in particolare nel nord del Paese, governato dalla legge islamica. «Nel nord — ricorda il presule — i cristiani soffrono e non c'è rispetto per i diritti religiosi. C'è molta intolleranza verso i non musulmani». L'iniziativa «Centouno giorni di preghiera», aggiunge, serve anche a sensibilizzare la società al rispetto delle diverse fedi. A tale riguardo, tra le iniziative del programma, c'è la giornata del Rosario, che si svolgerà il 7 ottobre, giorno dedicato a Maria Vergine del Rosario; mentre il 21 novembre, giorno dedicato a Gesù Cristo, Re dell'Universo, i fedeli si riuniranno in processione in varie zone.
Le impressioni tratte dal vescovo di Rumbek nel suo viaggio, descrivono una situazione di «effervescenza» negli animi della popolazione. I cittadini del Sudan meridionale sono consapevoli del momento storico e anche gli occhi degli osservatori internazionali sono puntati sul Paese. Monsignor Mazzolari parla di un clima generale «di ottimismo» per l'esito del referendum, ma anche di molta «emotività». La posta in gioco è enorme e i rischi, in caso di esito favorevole al referendum per l'indipendenza del Sud Sudan, non mancano. Per questo, affermano i vescovi, qualora esca il «sì» dalla consultazione popolare «riteniamo che sia doveroso per le persone al potere assicurare amichevoli relazioni con il nord del Paese e un'agevole e pacifica transizione». Osserva inoltre che «nessuno si augura un nuovo conflitto. Speriamo che il Paese trovi una via di uscita a questa situazione e che il popolo, che ha tanto sofferto, ritrovi la sua identità».
Un punto che, fra l'altro, il presule tiene a evidenziare è quello dell'impegno dei governanti a garantire un corretto e trasparente processo di democratizzazione. «La data del referendum non è stata ancora ufficializzata — spiega monsignor Mazzolari — e potrebbe slittare anche a dopo gennaio. Non sembra, finora, che ci sia un'adeguata informazione e preparazione a favore della popolazione». Il referendum, secondo gli accordi politici, deve comunque avvenire entro gli ultimi sei mesi del 2011.
L'opera del vescovo di Rumbek, inoltre, si concretizza nell'assistenza alle persone sopravvissute alla guerra. In migliaia, infatti, hanno subito amputazioni o soffrono di malattie psichiche, e per la maggioranza della popolazione si tratta di ferite che si aggiungono alle condizioni di estrema povertà. Monsignor Mazzolari ha pertanto promosso un programma di educazione per catechisti e operatori sanitari per lenire i traumi da guerra. Al programma, fra gli altri, collaborano alcuni docenti universitari.








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