Scienza e Vita: pillola dei 5 giorni dopo, banalizzazione dell'aborto
“Siamo di fronte a mistificazioni scientifiche e manipolazioni di ordine ideologico”.
Così, Lucio Romano, presidente dell’Associazione Scienza e Vita, sul via libera alla
commercializzazione negli Stati Uniti della cosiddetta “pillola dei cinque giorni
dopo”. Il preparato è attualmente diffuso in 22 Paesi europei, tra i quali Germania,
Francia, Gran Bretagna e Spagna. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento
dello stesso Lucio Romano.
R. – La notizia
è drammatica perché prosegue la ratifica dell’introduzione di una molecola per un
uso che è squisitamente di ordine abortivo in quanto l’assunzione dopo l’avvenuta
ovulazione e fecondazione evidentemente impedisce l’annidamento dell’embrione. Sotto
il profilo culturale si finisce con il manipolare quello che è un dato inequivocabile
della ricerca scientifica.
D. – Eppure, c’è chi sostiene che questa
pillola sia più vicina agli anticoncezionali …
R. – La molecola è ulipristal-acetato
ed appartiene allo stesso gruppo farmacologico dell’Ru486, quindi svolge la stessa
azione del mifepristone o Ru486. Sotto il profilo squisitamente tecnico che cosa succede?
Che se la molecola viene assunta prima dell’ovulazione, posticipa l’ovulazione; ma
se viene assunta dopo l’ovulazione con rapporto fecondante, impedisce l’annidamento
dell’embrione. Qualora, poi, l’embrione si sia già annidato, la somministrazione di
questa molecola da luogo alla morte e alla successiva espulsione dell’embrione stesso.
D.
– Una pillola contro la vita e a favore della morte...
R. – Assolutamente
da condannare in una visione – direi – non religiosa, ma in una visione di sana laicità,
di ragione, secondo quelli che sono i dati della scienza, perché a me sembra che la
ideologizzazione della vita ha portato a negare anche quello che è l’evidenza scientifica,
e manipolando il dato scientifico si porta inevitabilmente ad accettare come lecito
quello che lecito non è, ad accettare come buono ciò che buono non è, ad accettare
come etico ciò che etico non è.
D. – E’ anche dannosa per la salute
della donna?
R. – Noi a tutt’oggi non sappiamo, perché sperimentazione
– per esempio – non è stata fatta, per quanto riguarda le minorenni; né tantomeno
sappiamo a lungo termine, quali possano essere le conseguenze a carico della salute
della donna di un uso ripetuto nel tempo; così non sappiamo ancora con precisione,
alla luce dei dati della ricerca scientifica, quali possano essere le conseguenze
della molecola su di un feto, qualora questa non abbia fatto effetto e la gravidanza
prosegua.
D. – Professore, così si sta sempre più banalizzando l’aborto?
R.
– Si sta banalizzando al punto tale che l’aborto diventa un metodo di tipo contraccettivo.