Libano: ritirato serial tv iraniano sulla vita di Gesù dopo la protesta della Chiesa
cattolica
Il mese di Ramadan è iniziato sotto il segno della polemica in Libano. Due emittenti
televisive libanesi “Al-Manar” (di Hezbollah) e la “NBN” (del movimento “Amal”), entrambe
sciite, hanno iniziato la trasmissione di un serial di produzione iraniana sulla vita
di Cristo, dal titolo “As-Sayyed Al-Massìh”. La diffusione delle prime due puntate
hanno provocato sconcerto nelle varie comunità cristiane e la ferma condanna da parte
dell’Assemblea dei Patriarchi e Vescovi Cattolici in Libano (equivalente della Conferenza
Episcopale) e del Patriarcato Melchita-cattolico. Motivo della protesta il fatto che
il serial in 17 puntate, prodotto a Teheran in persiano e doppiato in arabo, sia basato
sul racconto del Vangelo apocrifo di Barnaba, secondo il quale a morire sulla Croce
non sia stato Gesù bensì Giuda Iscariota che lo avrebbe sostituito. Dopo 24 ore di
febbrili contatti, il Centro Cattolico d’Informazione ha organizzato una conferenza
stampa durante la quale il presidente della commissione episcopale per i mezzi di
comunicazione sociale, mons. Béchara Räi, ha espresso soddisfazione salutando la decisione
delle emittenti di sospendere la trasmissione del serial nonostante il danno economico.
Analoga reazione di condanna è stata registrata in Tunisia nei confronti di alcuni
serial tv iraniani come “Giuseppe il Giusto”, “Il Cristo” e “La Vergine Maria”. Alcuni
avvocati hanno chiesto al Gran Mufti di intervenire per sospenderne la trasmissione
perché i personaggi dei Profeti sono interpretati da attori, in netto contrasto con
gli insegnamenti dell’islam sunnita iconoclasta. Durante il mese di digiuno di Ramadan,
i canali televisivi nei Paesi islamici si contendono l’audience a colpi di palinsesti
con trasmissioni e serial religiosi durante il giorno, e programmi di intrattenimento
e trasmissioni musicali al tramonto all’ora della rottura del digiuno (Iftàr). Grandi
produttori dei palinsesti di Ramadan per le tv nei Paesi islamici sono l’Egitto e
la Siria, seguiti dalla Turchia e dall’Iran che doppiano in lingua araba i propri
serial tv per il vasto mercato arabo, circa 300 milioni di telespettatori. Osservatori
ritengono che l’Iran stia utilizzando anche questo mezzo per “penetrare” nei mercati
arabi ed influenzarne l’opinione pubblica. (A cura di Salim Ghostine)