Fede e libertà in Guareschi: un nuovo libro sul celebre autore di Don Camillo
“Guareschi. Fede e libertà” è il titolo dell’ultimo libro scritto da Giovanni Lugaresi
sul celebre autore di don Camillo. In questo volume (pubblicato da Monte Università
Parma) viene esplorata la forza spirituale di Giovannino Guareschi che nella vita
e nell’arte ha sempre messo in pratica la speranza cristiana, anche quando, durante
la Seconda guerra mondiale, ha conosciuto la prigionia nei lager: ce ne parla lo
stesso Giovanni Lugaresi al microfono di Alessandra De Gaetano:
R. - Fede
e libertà nella sua opera, ma anche nella vita, sono i due capisaldi di questo straordinario
e - direi - raro scrittore. La fede di Giovannino Guareschi è la fede cristiano-cattolica,
che egli ha sempre professato e - direi - praticato. La libertà è quella di uno spirito
libero, è la libertà dei figli di Dio, è la libertà di coloro che intendono - come
Guareschi ci ha insegnato - la dimensione prima di tutto interiore, spirituale e si
è liberi veramente se si è liberi dentro. Allora ecco che tu puoi essere in un lager
nazista, ma se sei libero dentro non hanno importanza i reticolati o le finestre sbarrate.
D.
- Cito una frase del libro: “bisogna entrare con Guareschi nei lager nazisti per avere
la giusta nozione della fede dello scrittore….”
R. - Nel lager nazista
noi vediamo che Giovannino Guareschi, che cercava di aiutare i suoi compagni di lager
andando a leggere nelle varie baracche quello che scriveva - perché lui era uno scrittore,
un umorista e anche un vignettista – ebbene, lui cercava di resistere e di aiutare
i suoi compagni a resistere e quindi, a tenerne alto il morale, proprio scrivendo
delle cose e andandole a leggere. Ora noi vediamo che Guareschi, proprio in questa
sua condizione di internato militare italiano nei lager, scrive di Dio, scrive della
Provvidenza. Ecco, da allora noi poi assistiamo in tutta la sua produzione letteraria,
questa forte connotazione della pagina di Guareschi in chiave religiosa. Basti sfogliare
le pagine di don Camillo, dove fra don Camillo e Peppone, quello che emerge poi soprattutto
è il Cristo crocifisso dell’Altar maggiore che rappresenta la coscienza cristiana
di Giovannino, e che non può parlare se non e sempre a norma di Vangelo.
D.
- A proposito di don Camillo, quali sono i momenti più significativi del suo dialogo
con il Crocifisso?
R. - Direi che i momenti più significativi sono quando
don Camillo - a mio avviso - per motivi di carattere polemico-politico, compie qualche
cattiva azione nei confronti di Peppone che è suo avversario, e Cristo crocifisso
regolarmente lo redarguisce e lo richiama alla carità cristiana. Questa è la grande
cosa. Poi dall’altra parte, noi vediamo in don Camillo, ancorché assai polemico nei
confronti di Peppone, uno slancio generoso cristiano, fatto di carità, fatto di amore
- non solo per Peppone - ma per la sua gente. Don Camillo è veramente il prete per
la gente, è il prete che si dà alla sua gente, è il prete che ama la sua gente.
D.
- Che significato ha l’opera di Guareschi ai nostri giorni, e quale è il messaggio
racchiuso tra le pagine di questo libro?
R. - Direi che c’è un elemento
importantissimo, al di là dei due pilastri che ho già citato, la fede e la libertà,
ed è questo: in Guareschi noi troviamo sempre una umanità straordinaria, una umanità
che prevale sempre sulla ideologia e non a caso in un recente sondaggio sulle preferenze
per i personaggi della letteratura del ‘900 oltre il 70 % delle risposte ha indicato
don Camillo. Penso che questo sondaggio possa fare riflettere.