2010-08-13 16:05:56

L'arcivescovo di Osaka: apprendere la pace dagli errori del passato


Ogni anno, la Chiesa giapponese osserva dieci giorni speciali – dal 6 al 15 agosto – di preghiera per la pace. L'arcivescovo di Osaka e presidente della Conferenza episcopale giapponese, mons. Leo Jun Ikenaga, ha ricordato in un messaggio ripreso dall'agenzia Asianews, che la ricorrenza segue la visita in Giappone del defunto Papa Giovanni Paolo II nel 1981. In quell’occasione, il Pontefice fece un appello speciale per la pace, rivolto al mondo da Hiroshima e Nagasaki. Questi dieci giorni iniziano con l’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e proseguono con quello di Nagasaki, chiudendosi poi con la Giornata commemorativa per la fine della Seconda guerra mondiale. "È un periodo speciale per i cattolici giapponesi - afferma il presule - per imparare a pregare per la pace e per agire di conseguenza". A Hiroshima, Giovanni Paolo II disse più volte: “Ricordare il passato significa dedicarsi al futuro”. "Mentre è sempre più diffusa la richiesta di abolizione totale delle armi nucleari - sottolinea l'arcivescovo di Osaka - a Okinawa urge il ritiro delle basi americane dal territorio". Lo scorso maggio l’arcivescovo di Nagasaki mons. Mitsuaki Takami ha visitato gli Stati Uniti, portando con sé la “Madonna nucleare”, ovvero la testa di una statua di Nostra Signora trovata nelle ceneri della regione bombardata di Dragami, per chiedere la totale abolizione delle armi nucleari. La Madonna nucleare è il simbolo delle pene delle vittime incalcolabili di quell’attacco e di tutta la guerra. "Lo stesso Giappone - rileva mons. Leo Jun Ikenaga - è chiamato a riflettere su quanto ha compiuto nel passato, su come, ad esempio, siano state le politiche coloniali giapponesi e quanto abbiano danneggiato le comunità locali". A tal riguardo, il 22 agosto si celebra il centesimo anniversario della conclusione del Trattato di annessione nippo-coreano, un documento grazia al quale il Paese asiatico ha colonizzato la penisola coreana. “Come giapponesi - scrivono i vescovi del Paese - siamo chiamati ad accettare con onestà la nostra storia, che include l’invasione violenta e la colonizzazione delle altre nazioni; dobbiamo riflettere su quanto fatto, riflettere sugli avvenimenti e condividere i ricordi. Crediamo che facendo questo riusciremo a non ripetere la tragedia avvenuta, impegnandoci per il futuro”. "Ammettere con coraggio i propri fallimenti e implorare il perdono di Dio - conclude l'arcivescovo di Osaka - non significa sminuirsi; significa anzi capire meglio la figura dell’essere umano, come vuole Cristo. Grazie a questo, Cristo abbatterà i muri divisori dell’inimicizia e ci guiderà a una vera riconciliazione. Preghiamo e agiamo per la pace con nuova determinazione, una volta di più, in questi dieci giorni per la pace". (C.F.)







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