Russia: opposizione in piazza per l'emergenza incendi
Opposizione russa in piazza nel tardo pomeriggio per chiedere le dimissioni del sindaco
di Mosca, Iuri Luzhkov, ma anche quelle del governo guidato dal premier Vladimir Putin,
accusati di non aver saputo affrontare adeguatamente l'emergenza caldo e incendi,
che sta affliggendo da tempo la Russia europea. L'iniziativa è stata vietata dal Comune
con il pretesto che nella piazza di fronte al municipio c'è un monumento storico,
quello a Iuri Dolgoruki, il leggendario principe fondatore di Mosca. Da parte sua,
il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha revocato lo stato di emergenza in tre delle
sette regioni colpite dagli incendi. Il servizio di Fausta Speranza.
Uno dei
gruppi dell’opposizione, l’associazione Solidarnost, punta il dito contro Putin, ricordando
la sua controversa riforma del codice forestale nel 2007 che – dicono - ha cancellato
la guardia forestale e il sistema centralizzato di controllo anti-incendio delle foreste.
Putin è già stato contestato, anche in modo aggressivo, in alcuni incontri avuti con
le popolazioni colpite dai roghi. L'opposizione, finora censurata dai media, in particolare
dalle tv di Stato, chiede il ritorno all'elezione dei governatori, ora nominati direttamente
dal Cremlino e quindi – si dice - sottratti al principio della responsabilità di fronte
alla popolazione. Guardando a Mosca oggi, la nuvola di fumo sembra dissipata ma resta
una forte carenza di ossigeno: quasi 4 volte (3,7) al di sotto della soglia abituale.
Per quanto riguarda gli incendi, che finora hanno divorato oltre un milione (1,1)
di ettari di foreste, secondo il ministero delle Risorse Naturali, il numero complessivo
dei roghi è passato da 578 a 545, ma gli incendi importanti sono saliti da 100 a 107.
Resta critica la situazione a Sarov, 500 km a est di Mosca, dove il traffico ferroviario
è stato interrotto per combattere le fiamme che minacciano il centro di ricerca nucleare
militare. Le autorità russe intervengono per assicurare che il livello di radioattività
nel Paese non ha superato la norma con gli incendi boschivi, neppure nelle zone contaminate
dall'incidente nucleare di Cernobyl. L'allarme era stato lanciato ieri dall'agenzia
federale per il servizio di sorveglianza forestale, che aveva rivelato come incendi
avessero colpito sin da metà luglio le zone contaminate da Cernobyl, in particolare
nella regione sudoccidentale di Bransk, al confine con l'Ucraina. E purtroppo si segnala
oggi che anche al di là del confine, in territorio ucraino, sono in fiamme almeno
due ettari di territorio: si tratta della località di Sosnivka, che sta a 60 km a
nord di Kiev e a 60 km a sud dalla centrale di Cernobyl.