2010-08-12 14:24:12

Record di giovani disoccupati nel mondo. In frenata l’economia di Usa, Cina e Ue


L’Organizzazione internazionale del lavoro lancia l’allarme: la disoccupazione giovanile nel mondo ha raggiunto il record storico negativo del 13,1%. Il numero dei giovani disoccupati è aumentato di circa 8 milioni, superando gli 81 milioni complessivi: le donne hanno più difficoltà a trovare lavoro rispetto agli uomini. Intanto, dopo i dati negativi negli Stati Uniti e in Cina, giunge la notizia che anche l’economia dell’Europa è in frenata: per la Banca Centrale Europea la ripresa registra un rallentamento nella zona dell’euro a causa di disoccupazione e aggiustamento dei bilanci, mentre l’inflazione torna a salire. Su questi dati ascoltiamo il commento dell’economista Giacomo Vaciago, docente alla Cattolica di Milano, al microfono di Sergio Centofanti: RealAudioMP3

R. – Sono tre realtà molto diverse. La Cina esce da un boom incredibile nei dodici mesi precedenti e la frenata l’ha fatta il governo cinese, perché l’economia si surriscaldava, quindi è paradossalmente una frenata voluta. L’America non riesce a ripartire: gli Stati Uniti sono un’economia trascinata dai consumi e finché non si riassorbe la disoccupazione, creata da aziende che hanno risanato i loro conti licenziando, farà difficoltà a rilanciarsi; quindi, paradossalmente le aziende americane fanno profitti, ma l’economia non cresce perché la domanda interna con alta disoccupazione è frenata. L’Europa è una realtà ancora diversa. Italia e Germania, in particolare, stanno esportando molto in tutto il mondo e quindi le nostre aziende stanno migliorando molto. Non avendo licenziato tanto, abbiamo scaricato l’aggiustamento in Europa sui giovani, non abbiamo assunto i giovani e abbiamo lasciato molti precari senza lavoro. Quindi, l’Europa è una terza realtà. Abbiamo un problema di giovani disoccupati che non trovano lavoro, sono stati protetti i loro genitori e la famiglia ha ridistribuito reddito perché la cassa integrazione e tutte le protezioni dei lavoratori già assunti hanno funzionato nel Wellfare europeo, sia in Italia, sia in Germania e negli altri Paesi europei: quindi, abbiamo una crescita modesta anche noi, però le nostre migliori aziende vanno già bene.

D. – Che fare per dare speranza ai giovani?

R. – Bisogna riformare il mercato del lavoro dando un’egual protezione indipendentemente dall’età, altrimenti la protezione che va ai padri, è tolta ai figli. Questo è il dramma italiano, ma tutta l’Europa è un po’ così. In Italia pochi operai di 50 anni hanno perso il posto, ma i loro figli sì. Bisogna riformare il mercato del lavoro, garantendo che la protezione sia uniforme, sennò appunto, poi tocca ai genitori mantenere i figli di 30 anni disoccupati.

D. – Quali prospettive per una ripresa definitiva?

R. – Abbiamo una grande montagna di debiti, fatta negli anni scorsi: troppi debiti, sia dell’economia privata, soprattutto in America, sia nelle economie pubbliche, soprattutto in Europa. Quindi bisogna privilegiare il risparmio e la crescita, risparmiare, investire, consentire alla gente di partecipare ai benefici del loro risparmio e man mano smaltire i vecchi debiti consolidando questa montagna, come si fa nei dopoguerra. E, di fatto, è stata una guerra economica quella che tutti abbiamo perso in questi anni. C’è questa montagna di debito pubblico, che sta lì, incombe su di noi minacciosa: va consolidata in maniera tale che non ce la dimentichiamo, ma certamente occorre gestirla nei prossimi 20 anni e non in tre anni.







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