La Chiesa celebra San Lorenzo diacono e martire. Benedetto XVI: la sua testimonianza
eroica ci mostra la strada per andare incontro a Cristo
“Esempio di intrepida fedeltà cristiana sino al martirio”: così, Benedetto XVI ha
definito, in diverse occasioni, San Lorenzo diacono e martire, di cui oggi la Chiesa
celebra la memoria liturgica. Vissuto nella Roma del III secolo, subì le persecuzioni
dell’imperatore Valeriano e fu sottoposto al martirio della graticola. Ma a caratterizzare
la sua vita furono soprattutto le opere di carità. Ripercorriamo il pensiero di Benedetto
XVI su San Lorenzo in questo servizio di Isabella Piro:
(con musica)
“Ecco,
questi sono i tesori della Chiesa”. Rispose così San Lorenzo al prefetto dell’imperatore
Valeriano che gli chiedeva di consegnare i suoi tesori, in cambio della vita. Ma i
tesori che Lorenzo indicava non erano né oro né pietre preziose: erano i poveri, gli
ammalati, gli emarginati che egli assisteva ogni giorno. Quella risposta, in un’epoca
di persecuzioni anticristiane, gli costò la vita e Lorenzo fu martirizzato sulla graticola.
Era il 10 agosto 258. Quattro giorni prima, a morire era stato Papa Sisto II, che
Lorenzo assisteva come arcidiacono. E la storia non li ha dimenticati:
"La
storia ci conferma quanto sia glorioso il nome di questo Santo, presso il cui sepolcro
siamo riuniti. La sua sollecitudine per i poveri, il generoso servizio che rese alla
Chiesa di Roma nel settore dell’assistenza e della carità, la fedeltà al Papa, da
lui spinta al punto di volerlo seguire nella prova suprema del martirio e l’eroica
testimonianza del sangue, resa solo pochi giorni dopo, sono fatti universalmente noti".
(Omelia nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, 30 novembre 2008)
Testimone
coraggioso della fede in Cristo, San Lorenzo diventa così messaggero del valore della
santità e ci indica la strada da seguire:
"Egli
ci ripete che la santità, cioè l’andare incontro a Cristo che viene continuamente
a visitarci, non passa di moda, anzi, col trascorrere del tempo, risplende in modo
luminoso e manifesta la perenne tensione dell’uomo verso Dio. (…) Lorenzo, testimone
eroico di Cristo crocifisso e risorto, sia per ciascuno esempio di docile adesione
alla volontà divina perché, come abbiamo sentito l’apostolo Paolo ricordare ai Corinzi,
anche noi viviamo in modo da essere trovati “irreprensibili” nel giorno del Signore
(cfr 1 Cor 1,7-9)". (Omelia nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, 30 novembre
2008)
Oggi, le spoglie di San Lorenzo si venerano
nella Basilica a lui dedicata a Roma, nei pressi del Verano. E insieme a tutti i Santi,
il diacono ci lascia un grande insegnamento:
"Questi santi sono
testimoni di quella carità che ama “sino alla fine”, e non tiene conto del male ricevuto,
ma lo combatte con il bene (cfr 1 Cor 13,4-8). Da essi si può apprendere, specialmente
i sacerdoti, l’eroismo evangelico che ci spinge, senza nulla temere, a dare la vita
per la salvezza delle anime. L’amore vince la morte!"(Angelus Castel Gandolfo, 9 agosto
2009)
Colui che diede la vita per amore dei poveri
e dei bisognosi, ci ricorda quindi l’importanza della carità, quella carità che trasforma
il mondo:
"La carità è in grado di generare un cambiamento autentico
e permanente della società, agendo nei cuori e nelle menti degli uomini, e quando
è vissuta nella verità “è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni
persona e dell’umanità intera” (Caritas in veritate, 1).
La testimonianza della carità per il discepolo di Gesù non è un sentimento passeggero,
ma al contrario è ciò che plasma la vita in ogni circostanza". (Basilica San Giovanni
in Laterano, 15 giugno 2010)