2010-08-09 15:15:22

Alluvioni e incendi in Asia ed Europa: allarme per i cambiamenti climatici


Centinaia di morti, milioni di sfollati, danni incalcolabili: sono le drammatiche conseguenze di alluvioni e incendi che in questi giorni stanno colpendo varie regioni dell'Asia e dell'Europa, mentre nell'America del Sud un'ondata di gelo ha causato al morte di decine di bambini. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Alluvioni alimentate da piogge monsoniche flagellano il Pakistan, dove le inondazioni hanno provocato la morte di oltre 1.500 persone. Gli sfollati sono oltre due milioni e frane e smottamenti rendono ancora più difficili le operazioni di soccorso. La marea di acqua e fango ha devastato anche la regione indiana del Ladakh, al confine con il Pakistan. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 150 morti. Sono poi almeno 127 le vittime di frane e inondazioni nella provincia nord occidentale del Guansu, in Cina. Forti piogge e alluvioni hanno causato almeno 15 morti e migliaia di sfollati anche in Europa centrale. I Paesi più colpiti sono Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Un altro dramma, quello degli incendi, continua a devastare diverse regioni della Russia. Le temperature superano i 40 gradi e il tasso di mortalità giornaliero di Mosca è quasi raddoppiato da quando la città è avvolta dalla coltre di fumo provocata dai roghi. E’ invece la morsa del freddo ad aver provocato nei giorni scorsi decine di morti in Sud America. Almeno 42 bambini sono deceduti in Perù e temperature estremamente basse sono state registrate in diversi Paesi, tra cui Brasile, Bolivia, Cile e Paraguay. Secondo diversi esperti il surriscaldamento climatico può essere infine una delle cause di un altro straordinario fenomeno: un’enorme isola di ghiaccio, grande quattro volte Manhattan, si è staccata da uno dei principali ghiacciai della Groenlandia e si sta spostando verso gli Stretti di Nares, a circa mille chilometri a sud del Polo Nord.

La frequenza e l’intensità di alluvioni, incendi ed emergenze climatiche sollevano numerosi interrogativi. E’ possibile, in particolare, stabilire un nesso comune tra questi fenomeni? Luca Collodi lo ha chiesto a Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze:RealAudioMP3

R. - Il cambiamento del clima, che si esplicita con maggior temperature di superficie dei mari e quindi con una maggior quantità di energia in circolazione, è responsabile di tutti gli eventi estremi. In particolare, è responsabile di questi due: sia le temperature molto elevate, dovute al fatto che l’aria calda che sale dall’Equatore si estende molto più a nord che nel passato e sia per l’altro aspetto, relativo all’intensità delle piogge. Molta energia significa anche intensità dei fenomeni, in particolar modo quando ci sono appunto delle precipitazioni. Quindi i due fenomeni, e le alte temperature a Mosca che hanno poi, come conseguenza, quella di facilitare gli incendi, e le inondazioni nel centro-Europa, purtroppo sono ormai un film già visto spesso negli ultimi 15 anni - o anche addirittura 20 - su tutto il pianeta.

D. - Quindi lei ci dice che l’effetto serra è una realtà…

R. - L’effetto serra si misura, perché si misura l’aumento della temperatura della superficie degli oceani, si misurano gli eventi che sono accaduti in questi 20 anni. Dal 1990 in poi, rispetto alla media 1960-1990, questi eventi di carattere meteorologico sono da sette a dieci volte più frequenti di quanto non fossero nel passato e gli esborsi dovuti agli indennizzi che le grandi compagnie dovranno pagare sono esattamente dieci volte maggiori rispetto a quelli del passato.

D. - Quindi potremmo dire che sono cambiate le caratteristiche delle masse d’aria, delle correnti…

R. - Sostanzialmente sì. C’è, tendenzialmente, una maggiore quantità di energia e gli eventi meteorologici sono tutti basati sull’energia. Inoltre perché, com’é successo in questi giorni anche in Europa, si è creato un cuneo di aria fredda proveniente dall’Atlantico che ha poi incontrato la stessa aria calda che arriva ancora fino a Mosca, incontro che ha determinato poi queste piogge così intense. (Montaggio a cura di Maria Brigini)

A destare grande preoccupazione è in particolare l’avanzata, in Russia, di roghi e incendi che ormai lambiscono anche siti nucleari e centrali elettriche. La situazione resta molto difficile soprattutto nella capitale come sottolinea al microfono di Luca Collodi il vicario generale dell'arcidiocesi della “Madre di Dio” a Mosca, mons. Sergej Stanislavovic Timashov: RealAudioMP3

R. - La situazione è abbastanza difficile, ancora c’è il fumo, la visibilità è molto scarsa e in più c’è la presenza, molto forte, di monossido di carbonio. Tutto il fumo va verso Mosca, se cambia il vento avremo un miglioramento.

D. – Questi incendi sono frutto dei cambiamenti climatici o c’è anche la mano della criminalità organizzata?

R. – In questo momento non sembra ci sia la mano della criminalità organizzata; piuttosto pare ci siano stati dei gruppi che hanno acceso dei fuochi nei boschi. Sembra però non si sia trattato di atti criminali quanto piuttosto di negligenza. Innanzi tutto è la grande siccità perché è da due mesi che non piove nella parte europea della Russia.

D. – I contadini nelle campagne russe hanno la consapevolezza di non poter lavorare più in modo tradizionale, ma di dover stare attenti anche per il rischio poi di appiccare fuochi?

R. – La preoccupazione principale in questi giorni è quella di conservare le proprie case, non quella di lavorare nei campi.







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