2010-08-08 09:42:58

Sfide e potenzialità dell'immigrazione di fronte ai dati Eurostat sulla popolazione europea


La popolazione europea ha superato la soglia del mezzo miliardo di abitanti nel 2010. E' il dato diffuso nei giorni scorsi da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, secondo cui l’Ue ha registrato un aumento di 1,4 milioni di persone in più rispetto al 2009. Elevato l’apporto degli immigrati, soprattutto in Paesi come l’Austria, la Svezia, il Lussemburgo. In aumento anche il tasso medio di fecondità che sale ad 1, 6 bambini per donna. Dunque, segnali di crescita positiva, nonostante le previsioni segnalino il perenne declino demografico del vecchio continente. Antonella Palermo, ha chiesto un commento a Massimo Livi Bacci, Ordinario di Demografia all’università di Firenze.RealAudioMP3

R. – Direi subito che i fenomeni demografici non dovrebbero mai essere allarmanti, nel senso che sono fenomeni che si dispiegano nel lungo, lunghissimo periodo, quindi c’è tempo per attrezzarsi, abituarsi e cercare rimedi. Tutta l’Europa ha una natalità debole, le nuove nascite non rimpiazzano i loro genitori dal punto di vista numerico. Questo provoca l’invecchiamento della popolazione e provoca poi anche il rallentamento della crescita, tendenza attenuata e anzi, in certi casi, contrastata da una immigrazione che è abbastanza sostenuta. Un immigrato è come un nato adottato in un altro Paese.

D. – Il fatto però che viene messo in evidenza è che all’Europa che invecchia non bastano più gli immigrati, così pare dai numeri..

R. – Anzitutto questo dipende dalle politiche che i vari Paesi mettono in atto. Questo non è vero. Previsioni sull’immigrazione che non basta non sono vere, non si sono verificate, perché l’immigrazione è stata sostenuta, ora si può dire: questa immigrazione è stata troppo forte per le capacità di assorbimento che questi Paesi avevano. C’è del vero in questo, ma c’è del vero anche perché non abbiamo consacrato le risorse necessarie per far sì che questa immigrazione avvenisse nelle migliori condizioni possibili. Integrare è costoso, non è gratuito, non avviene spontaneamente, ci vogliono risorse umane e finanziarie.

D. – Allora lei in sostanza in che termini definisce la funzione positiva dell’immigrazione nello sviluppo delle società?

R. – L’immigrazione tende a non essere un gioco a somma zero, tende a essere un gioco a somma positiva, perché sicuramente l’immigrato a dieci anni di distanza dalla sua immigrazione vive sicuramente in condizioni materiali migliori di quelle di partenza e il Paese in cui l’immigrato è arrivato si avvale del suo lavoro e quindi ha in qualche modo sostenuto la propria crescita. Certo, se l’immigrazione è fatta in maniera estremamente disordinata, allora il gioco può essere anche a somma negativa, nel senso che se l’immigrato viene emarginato, se è vittima di conflitto sociale, se non ha diritti, allora l’immigrazione può essere anche a somma negativa.







All the contents on this site are copyrighted ©.