2010-08-08 09:34:02

L'impegno dell'Associazione Rondine per promuovere la pace in Caucaso


Si è chiuso nei giorni scorsi ad Ankara, in Turchia, il “viaggio di amicizia” intrapreso dall’Associazione Rondine Cittadella della Pace per promuovere i 14 punti per la pace nel Caucaso. Ma perché è stata promossa una simile iniziativa in favore del Caucaso? Risponde al microfono di Luca Collodi il presidente dell’associazione Rondine Franco Vaccari:RealAudioMP3  

R. – Intanto, come sempre si dice, è una regione dimenticata, cioè una parte che ritorna alla ribalta nei giornali e nelle prime pagine solo a seconda di quanto sangue scorra in quella terra. Invece si vede che ci sono società in grande movimento, ci sono contraddizioni fortissime, c’è una grandissima voglia di Europa, a cui forse non corrisponde altrettanta attenzione da parte europea. Società in grande trasformazione, in fermento, dove c’è una gioventù meravigliosa che attende però di uscire da quelle terre e di incontrare i nostri mondi culturali, per poter essere protagonisti del loro futuro.

 

D. – Che cosa avete riportato a casa?

 

R. – Certamente grande attenzione, grande favore...

 

D. – Che cosa avete proposto voi come Rondine?

 

R. – La via dell’educazione, la via dei giovani e delle nuove generazioni. C’è un diritto dei giovani di vivere il proprio futuro. Non si può scippare il futuro alle nuove generazioni. Allora, anche nei luoghi di conflitto e di guerra, come nell’Abkhazia, nell’Ossezia del Sud, nel Nagorno Karabakh, questi giovani hanno diritto di poter sviluppare il loro futuro. Questa è un’azione che è stata riconosciuta. Quindi, noi non entriamo dentro alle questioni politiche, non decidiamo nulla – siamo nulla in questo senso – però siamo qui per la voce dei giovani, perché se c’è una risorsa da mettere in campo per uscire dall’attuale situazione di conflitto è il sogno delle future generazioni. E questo ci è stato riconosciuto. Abbiamo siglato tanti accordi con tutte le autorità accademiche e politiche, perché Rondine abbia la possibilità di accogliere dai territori di conflitto giovani, universitari o neo laureati, che possano diventare le punte avanzate delle classi dirigenti caucasiche del futuro.

 

D. – Voi avete chiuso questo viaggio in Turchia, incontrando addirittura il Patriarca Bartolomeo I e anche il vice muftì ad Istanbul, e avete coinvolto due elementi religiosi, gli ortodossi e gli islamici, in questo percorso di pace nel Caucaso, perché?

 

R. – Bartolomeo I, che è una persona straordinaria, ha chiesto immediatamente di poter entrare addirittura come uno degli elementi che garantiscono una selezione alta dei giovani che verranno a Rondine dalla Turchia. Quindi si è come costituito una sorta di filo, tra Roma e Costantinopoli. Poi, l’incontro con il vice muftì, che è stato formidabile, per come ha compreso l’esperienza di Rondine e per come ha salutato questa attenzione. Perché sappiamo che la Turchia sta giocando un ruolo grandissimo. E’ un punto di equilibrio e di forti tensioni, dove si mescolano elementi occidentali europei con elementi asiatici; c’è il mondo musulmano in fermento. Proprio questo impegno con una prospettiva di dialogo che apra e responsabilizzi questa terra al ruolo che può giocare, anche nei conflitti del Caucaso, ci è sembrato sia stato molto apprezzato. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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