La Russia continua a bruciare: il governo blocca l'export di grano
Prosegue l’emergenza incendi in Russia, che finora hanno causato almeno 52 morti.
Il Cremlino ha chiesto aiuto ai volontari per rafforzare la lotta contro le fiamme,
alimentate dalla forte ondata di calore che continuerà anche per i prossimi giorni.
Anche oggi il fumo avvolge la città di Mosca. Nel Paese aumenta la concentrazione
di sostanze tossiche nell’aria, per questo i cittadini – che da giorni utilizzano
le mascherine - sono stati invitati a non uscire dalle proprie abitazioni. La densa
coltre, secondo le rilevazioni della Nasa, ha raggiunto 12 chilometri di altitudine.
Sono centinaia i roghi ancora attivi, mentre il presidente Medvedev ha destinato l’equivalente
di circa 9 mila euro – provenienti dal suo patrimonio personale - al fondo di beneficenza
istituito per le persone rimaste senza casa. Intanto c’è preoccupazione sui mercati
internazionali per nuovi possibili rincari del prezzo del grano, dopo la decisione
della Russia di sospendere momentaneamente le esportazioni. Le quotazioni settimanali
si sono chiuse in calo, tuttavia in molti Paesi europei è alto il livello di vigilanza
sul fronte dei prezzi di pane e pasta. Eugenio Bonanata ha parlato della misura
messa in campo da Mosca con Luigi Campiglio, docente di "Politica economica"
presso l'Università Cattolica di Milano:
R. – Questa
decisione anche se improvvisa, ha certamente mandato in fibrillazione il mercato.
Non bisogna dimenticare che tra il mese di giugno, luglio e agosto, i prezzi del grano
al bushel - come sono quotati a Chicago - sono praticamente raddoppiati. Quindi siamo
di nuovo di fronte a una violenta situazione di un mercato, in questo caso delle materie
prime.
D. – Si può parlare di crisi del mercato internazionale del grano?
R.
– L’impatto di questa violenta ondata di siccità ha avuto un effetto limitato. D’altro
canto un altro elemento di rassicurazione, soprattutto per le zone meno preparate
e più esposte a una crisi di questo genere, è rappresentato dal fatto che gli stock
di magazzino di grano nel mondo sono molto elevati. Anzi la diminuzione dei prezzi
che si è registrata ieri è sostanzialmente dovuta a questo.
D. – La
Fao ha lanciato l’allarme per il rischio fame nei Paesi in Via di Sviluppo...
R.
– E’ un allarme fondato, perché è una situazione che potrebbe sfuggire di mano. In
questo momento ci sono tutte le condizioni per governarla, ma esiste il pericolo rappresentato
dalla ricerca di profitti maggiori sulle materie prime.
D. – Quali sono
i Paesi maggiormente esposti..
R. – Sono indubbiamente quelli più poveri,
quindi in primis, sono gran parte dei Paesi africani, ma non solo, molti Paesi del
Medio Oriente. C’è il rischio che si ripeta quello che è avvenuto 30 anni fa - se
non ricordo male – in Bangladesh, quando la popolazione moriva di fame nonostante
che i magazzini di grano fossero pieni. Ora, noi siamo in una situazione in cui le
scorte di grano sono ancora molto elevate, quindi, bisogna trovare un equilibrio tra
l’uso di queste scorte per calmierare il mercato, da un lato, ma, dall’altro, anche
per dare la possibilità a chi ha bisogno fisico di mangiare di poterlo fare.
D.
– Il rischio è dunque rappresentato dalle speculazioni: qualcuno – insomma – potrebbe
avere interesse a non attingere alle scorte?
R. – Questo potrebbe essere
un problema, ma l’opera di persuasione, di “moral suasion”, da parte dei Governi e
delle grandi organizzazioni internazionali, in questo caso, dovrebbe dimostrare la
sua forza.
D. – Professore, in Europa e in Italia si teme l’aumento
dei prezzi di pane e pasta, cosa fare per arginare questo rischio?
R.
– Mantenere un senso di responsabilità da parte della produzione, e soprattutto anche
della grande distribuzione, perché non vengano trasferiti sui prezzi finali alcuni
di questi aumenti che in questo momento si stanno verificando. Se passa, come io spero,
la consapevolezza che, in questo caso, il guadagno di pochi può significare il danno
di molti, una soluzione di responsabilità - nel proprio interesse aggiungo – da parte
dei produttori, questo può evitare un aumento.