Italia. Berlusconi ai finiani: piano in 4 punti per evitare le elezioni
Un piano in quattro punti riguardante giustizia, fisco, federalismo e sud. È quanto
Silvio Berlusconi è intenzionato a proporre a Gianfranco Fini per ricucire lo strappo
interno al Pdl e rilanciare a settembre l’azione di governo. Su questo programma,
come ha spiegato nel vertice di ieri del Pdl, il premier è intenzionato a chiedere
il voto di fiducia del Parlamento. L’alternativa restano le elezioni anticipate. Il
servizio di Giampiero Guadagni:
Ultima offerta
di Berlusconi a Fini per evitare il ritorno immediato alle urne. Il premier, forse
anche sorpreso dalla consistenza numerica del nuovo gruppo parlamentare "Futuro e
libertà per l’Italia" legato al presidente della Camera, frena sul pedale della rottura
e prova a rilanciare l’azione riformatrice del governo centrandola su quattro priorità:
giustizia, fisco, federalismo fiscale e sud. Un programma che sarà presentato a settembre
alla ripresa dei lavori parlamentari, sul quale il premier intende chiedere la fiducia,
nella speranza di attirare l’interesse anche dei centristi: l’Udc di Casini, l’Api
di Rutelli e anche settori del Pd. Il progetto di ricucitura con il presidente della
Camera passa anche per una riorganizzazione interna del Pdl, con la nomina di tre
nuovi coordinatori. Anche la Lega definisce la sua strategia di fronte alla crisi
della maggioranza apertasi con il voto sul caso Caliendo. Bossi, preoccupato per la
sorte del processo federalista, conferma lealtà a Berlusconi, dice no a governi tecnici
ed è pronto al ritorno alle urne. Le elezioni anticipate sono giudicate una fuga dalle
responsabilità da parte del leader dell’Udc Casini, sostenute invece da Di Pietro,
che invita il Pd a fare una scelta chiara tra l’Italia dei Valori e i centristi. Richiesta
speculare a quella avanzata da Rutelli. Ma il segretario del Pd Bersani invita le
forze dell’opposizione ad evitare veti reciproci perché, spiega, la posta in gioco
è chiudere il ciclo berlusconiano che dura da 16 anni.
Pakistan: misure
di sicurezza a Karachi dopo le violenze La polizia del Pakistan ha ricevuto
l'ordine di “sparare a vista” a Karachi, la più importante città pachistana dove da
lunedì è scoppiata una ondata di violenze che ha causato 86 morti, per frenare le
bande armate che imperversano senza freni. È quanto deciso dopo l'assassinio di Raza
Haider, leader politico del partito anti-talebano Mqm. Se questa misura non bastasse
- ha lasciato capire il ministro dell'Interno Rehman Malik - a Karachi potrebbe essere
chiamato temporaneamente anche l'esercito.
Ucciso da un rudimentale ordigno
in Afghanistan un sodato della forza Isaf Un soldato della Forza internazionale
di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) è stato ucciso nell'Afghanistan
orientale. In un comunicato si precisa unicamente che il decesso è stato causato dall'esplosione
di un rudimentale ordigno (ied). I militari stranieri morti in Afghanistan sono cinque
dall'1 luglio e 416 dall'inizio del 2010.
Fitta nube di fumo su Mosca: sale
a 50 il numero di morti per gli incendi Mosca oggi si è svegliata avvolta da
una fitta nube di fumo e le autorità sanitarie hanno lanciato l’allarme sull’alto
livello di particelle tossiche presenti nell’aria della capitale. “Il fumo ha coperto
l’intera città e la situazione sta peggiorando”, ha avvertito l’agenzia per il monitoraggio
dell’inquinamento di Mosca Mosekomonitoring. Problemi per i voli da e per la capitale
russa. Nel frattempo l’ondata di caldo afoso non sembra concedere tregua almeno sino
alla fine della settimana; sale ad almeno 50 il numero delle vittime colpite dall’emergenza.
Il primo ministro Putin ha annunciato che da lunedì verrà presentato un piano per
migliorare l’equipaggiamento, l’operatività delle squadre dei vigili del fuoco e la
protezione dalle fiamme delle installazioni più a rischio, come centrali nucleari
e depositi militari. Inoltre la Russia applicherà un embargo temporaneo sulle esportazioni
di grano e dei prodotti derivati a causa della riduzione del raccolto provocata dal
caldo. Prime stime dei danni: circa un miliardo di Euro persi con la distribuzione
dei campi di grano e migliaia di ettari di foresta carbonizzata.
50 morti
e decine di dispersi per le inondazioni nel Kashmir indiano È salito a 50 il
numero delle vittime delle inondazioni provocate dalle forti piogge abbattutesi nella
notte nel Kashmir indiano e soprattutto nella zona della storica città di Leh. In
particolare, la tv "Times Now" dice che “sono decine i dispersi”, mentre altre emittenti
sottolineano che entrambe le autostrade che collegano la città con il mondo esterno
(Manali-Leh e Srinagar-Leh) sono interrotte. Anche la pista dell'aeroporto cittadino
è rimasta danneggiata e tutti i voli sono sospesi a tempo indeterminato. L'emergenza
riguarda anche molti cittadini stranieri che tradizionalmente scelgono Leh come meta
delle loro vacanze estive.
A Napoli un morto e 30 feriti per il deragliamento
di un treno Un anziano di 71 anni è morto, un giovane di 25 è in gravissime
condizioni e trenta persone sono rimaste ferite: è il bilancio del deragliamento del
treno della Circumvesuviana nel quartiere di Gianturco, alla periferia orientale di
Napoli, avvenuto in tarda mattinata. Il sindaco, Rosa Russo Iervolino, arrivata sul
luogo dell'incidente ferroviario, ha detto che il treno ha probabilmente aumentato
in maniera improvvisa la velocità. Il macchinista, un uomo con 20 anni di esperienza,
è rimasto illeso ma è sotto choc.
30 minatori intrappolati nel sito di San
Estebanm in Cile Nel sito di San Estebanm in Cile, circa 30 minatori sono rimasti
intrappolati ieri sera a causa del crollo di una piccola miniera di oro-rame. Il Cile
è uno dei maggiori produttori al mondo di rame, ma gravi incidenti minerari non sono
comuni nel Paese sudamericano. Il sovraintendente regionale Ximena Matas ha detto
ad una radio locale che i minatori potrebbero essere riparati in un rifugio all’interno
della miniera. I soccorritori hanno spiegato che le cause dell’incidente sono ancora
ignote e che il difficile accesso alla miniera complica le operazioni di ricerca.
In
Kenya, il presidente Kibaki festeggia la nuova Costituzione Il presidente del
Kenya, Mawai Kibaki, ha festeggiato l’ampio consenso mostrato dalla popolazione a
favore dell’approvazione della nuova Costituzione, con un discorso davanti a centinaia
di sostenitori riuniti nel centro di Nairobi. Nonostante non vi sia stato ancora un
annuncio ufficiale da parte della Commissione elettorale, i dati provvisori sul referendum
svoltosi ieri mostrano che il fronte del ‘sì’ ha ottenuto una larga maggioranza di
voti contro il gruppo dei ‘no’ che avrebbe già riconosciuto la sconfitta. Il presidente
del Kenya ha affermato che “Il viaggio storico iniziato 20 anni fa ha ora un lieto
fine”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 218
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