I vescovi del Kenya: appello a migliorare la nuova Costituzione
Rispetto per l’esito del voto, ma un appello a migliorare la nuova Costituzione. Così,
in sintesi, la Conferenza episcopale del Kenya (Kec) commenta il referendum del 4
agosto, che ha visto l’approvazione della riforma della Carta costituzionale. Una
riforma fortemente criticata dalla Chiesa locale, che nei mesi scorsi si è fortemente
battuta affinché il testo proposto venisse modificato. Tra i punti più controversi
contenuti nel documento e combattuti dalla Kec, la legalizzazione dell’aborto e il
riconoscimento dei tribunali civili musulmani. “Rispettiamo l’esito del referendum,
in cui la maggior parte dei keniani ha votato sì alla nuova Costituzione – scrivono
i vescovi in una dichiarazione, a firma del cardinale John Njue, presidente della
Kec – tuttavia, la verità e la giustizia non sono numeri. Perciò, come pastori incaricati
di dare una guida morale al nostro popolo, ribadiamo ancora una volta la necessità
di pensare ai temi etici, mancanti in questa nuova Costituzione. Questo argomento
non può essere messo a tacere”. “Come vescovi cattolici – scrive ancora la Kec – abbiamo
fatto la nostra parte prima del referendum, sensibilizzando la popolazione sul pericolo
di approvare una Costituzione che non rispetta i nostri principi morali”. Quindi,
i presuli sottolineano di aver pregato per “una buona Costituzione, una Costituzione
che rispettasse il diritto alla vita, difendesse la libertà religiosa nelle sue legittime
manifestazioni e sostenesse la famiglia come la più importante istituzione della società”.
“Ripetiamo il nostro appello a tutti i keniani – si legge nella dichiarazione – unitevi
a noi nella preghiera per una buona Costituzione”. Poi, la Kec aggiunge: “La Chiesa
vuole rimanere e rimarrà in prima linea nel supportare il processo di riforma legislativa
nel Paese. Un processo che non può e non deve finire, poiché tutti noi aspiriamo a
costruire una società migliore, che rispetti i diritti di tutti e faciliti lo sviluppo
economico, sociale e morale”. “Molti keniani – fanno notare i vescovi - hanno riconosciuto
che la Costituzione sottoposta a referendum contiene errori che necessitano di una
correzione”. Infine, i presuli si congratulano per “il modo pacifico” con cui si è
svolto il referendum e chiedono ancora una volta alla popolazione “di fare ulteriori
sforzi per sostenere la necessità di pace, amore ed unità in tutto il Paese”. Nei
prossimi giorni, la Kec diffonderà un’altra dichiarazione, più dettagliata, sulla
nuova Costituzione. (I.P.)