Una grave epidemia di rabbia sta creando una vera e propria emergenza sanitaria nell’isola
di Bali, centro turistico di fama mondiale. Come riferisce AsiaNews, i primi casi
si sono verificati nel 2008, e da allora si calcola che la malattia, il cui contagio
si propaga attraverso il morso di cani infetti, ha ucciso finora 78 persone e coinvolto
600mila cani. La situazione è grave perché i vaccini sono scarsi e spesso troppo costosi
per la popolazione locale, che a volte sottovaluta i rischi e si avvicina troppo ai
randagi: nella cultura locale, infatti, si ritiene che i cani portino le persone in
paradiso. Inoltre, per non far scappare i turisti, già diminuiti dopo gli attentati
del 2002 e del 2005, l’epidemia sta passando sotto silenzio. Le autorità hanno portato
avanti una campagna di soppressione di 200mila cani, un terzo di quelli presenti sull’isola,
ma non si è provveduto a una vaccinazione di massa, come consigliato, invece, dall’Organizzazione
mondiale della sanità. Alcuni Stati come Usa e Australia consigliano ai propri cittadini
in partenza per Bali di effettuare la vaccinazione: se il siero, infatti, è somministrato
subito dopo il morso, la cura è abbastanza facile; se, invece, sono già insorti i
sintomi, spesso non c’è nulla da fare. La rabbia, secondo l’Oms, uccide 55mila persone
l’anno nel mondo, soprattutto bambini: nel 60 per cento dei casi si tratta di asiatici
morsi dai cani. (R.B.)