Continuano gli scontri interetnici in Kirghizistan
Non accennano a fermarsi gli episodi di violenza in Kirghizistan dove, nel giugno
scorso, violenti scontri interetnici tra kirghizi e uzbeki nel sud del Paese hanno
causato centinaia di morti e feriti. L’associazione umanitaria Medici senza frontiere
(Msf), dal 2006 presente in Kirghizistan con 45 collaboratori, denuncia in particolare
la situazione delle grandi città come Osh e Jalalabad, dove la minoranza uzbeka è
addirittura esclusa dal soccorso medico. “Ogni giorno i nostri medici curano persone
vittime di recenti pestaggi o che mostrano segni di tortura – riferisce ad AsiaNews
l’organizzatore del programma di Msf per il Kirghizistan, Andrei Slavuckij – alcune
persone non si recano nelle strutture sanitarie pubbliche per paura di essere arrestate”.
Le grandi città meridionali sono pattugliate dall’esercito e il personale di Msf racconta
agghiaccianti episodi di discriminazione come quello nei confronti di una donna con
il figlio di 5 anni caduto dal secondo piano di un palazzo, alla quale è stato impedito
di entrare in ospedale. Si calcola che nelle ultime quattro settimane almeno 51 persone
siano state aggredite e percosse. (R.B.)