Terrorismo: confronto a Londra tra il pakistano Zardari e il britannico Cameron
Il presidente pakistano Asif Ali Zardari è arrivato in Gran Bretagna per una serie
di delicati colloqui con i vertici londinesi. Al centro degli incontri, il duro scambio
di accuse tra Zardari e il premier David Cameron, che ha avanzato sospetti sul ruolo
del Pakistan nel sostegno al terrorismo internazionale. Ce ne parla Sagida Syed:
Di diverso
avviso circa l’andamento della guerra in Afghanistan il presidente Usa Barack Obama,
il quale ha recentemente affermato che sono stati fatti enormi progressi nella guerra
contro i terroristi di Al Qaeda. Solo ieri, Barack Obama aveva confermato in modo
ufficiale le tappe del ritiro delle truppe americane dall'Iraq dalla fine del mese
corrente. Nel Paese del Golfo rimarranno tuttavia 50mila soldati, ma si limiteranno
ad addestrare le forze irachene, sino alla fine del 2011, quando torneranno tutti
a casa. Sulla strategia seguita da Washington per porre fine a questi sanguinosi conflitti
Salvatore Sabatino ha intervistato Paolo Mastrolilli, esperto di politica statunitense
del quotidiano “La Stampa”:
R. - Il
presidente Obama sta seguendo un programma che era stato concordato dal suo predecessore:
già il presidente Bush aveva deciso questo genere di disimpegno, concordandolo con
le autorità irachene. Il problema, naturalmente, è che prima di tutto in Iraq non
siamo sicuri che la situazione di instabilità sia effettivamente terminata: queste
truppe americane, questi 50 mila soldati americani, resteranno per addestrare gli
iracheni in modo che possano poi controllare il Paese, ma eventualmente anche intervenire
se ci fosse un ritorno della violenza. Le violenze potrebbero anche ripartire e scatenarsi
proprio con la partenza degli americani, perché magari alcuni gruppi etnici o politici
potrebbero decidere di fare i conti con i loro avversari, approfittando proprio dell’uscita
dal Paese delle truppe americane. Dall’altro lato, poi, il presidente si trova di
fronte al gravissimo problema dell’Afghanistan, che forse non sarebbe nelle condizioni
attuali se non si fossero sprecati i soldi, le energie, gli uomini e le intelligenze
che sono servite a gestire l’invasione in Iraq e che naturalmente allo stato attuale
rappresenta il problema più grave per la coalizione occidentale in quella zona del
mondo.
D. - Secondo molti osservatori quella in Iraq è la guerra di
Bush. Si può dire che Obama si sia scrollato di dosso, a questo punto, l’eredità del
suo predecessore?
R. - Se l’è scrollata di dosso fino ad un certo punto,
perché non siamo appunto sicuri che la guerra in Iraq sia terminata. Gli americani
vogliono ritirarsi completamente entro la fine dell’anno prossimo. Bisognerà poi vedere
cosa succederà all’interno del Paese. Se ci sarà una stabilità democratica accettabile,
allora la guerra sarà effettivamente avviata verso la conclusione; se invece riprenderanno
i disordini, sarà difficile per l’Occidente non interessarsene. Resta anche aperta
la guerra in Afghanistan che è stata iniziata dal presidente Bush e che il presidente
Obama ha ereditato, ma che continua perché ritiene che sia indispensabile per evitare
che al Qaeda possa tornare a colpire gli Stati Uniti e gli altri alleati occidentali.
D. - Su una cosa non ci sono dubbi: Obama è in calo di consensi. Queste
decisioni di carattere militare possono essere ricollegate alla necessità di risalire
nell’appoggio da parte degli americani?
R. - Obama si era distinto durante
la campagna elettorale, anche all’interno dei candidati democratici, per la sua opposizione
alla guerra in Iraq. Aveva promesso di porre termine a questo intervento e, quindi,
in questa maniera sta cercando di mantenere la sua promessa, ristabilendo un collegamento
ed un consenso con la componente democratica pacifista che lo aveva sospinto durante
le primarie e poi lo ha sostenuto anche durante le elezioni. A novembre sono in programma
le elezioni midterm ed Obama è in calo dei sondaggi e spera in questo modo di recuperare
un po’ di quell’elettorato che lo aveva aiutato a diventare presidente.