All’udienza generale, la grande festa dei ministranti. Il Papa: rendete Gesù sempre
più presente nel mondo
Il clima festoso delle Gmg ha caratterizzato l’udienza generale di Benedetto XVI stamani
in Piazza San Pietro gremita da oltre 80 mila fedeli: protagonisti migliaia di giovani
ministranti di tutta Europa, convenuti a Roma in questi giorni per il loro decimo
pellegrinaggio. Il Papa, che ha pronunciato la sua catechesi in tedesco - lingua della
maggior parte dei “chierichetti” presenti - ha svolto una riflessione sulla figura
di San Tarcisio, giovane martire, patrono dei ministranti. In particolare, il Papa
ha esortato i giovani fedeli ad aiutare i sacerdoti a rendere Gesù più presente nel
mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Cari
ragazzi e giovani, siate i benvenuti!” (Applausi)
La gioia dei
ragazzi e del Papa per un incontro a lungo atteso. Benedetto XVI ha accolto con affetto
e gratitudine i ministranti pellegrini a Roma. Rendete gioioso non solo questo luogo,
ha confidato, ma anche il mio cuore. Parlando in tedesco, ha ricordato quando anche
lui era ministrante e per suggellare questo significativo evento, durante tutta l’udienza,
ha tenuto sulle spalle il foulard dei “chierichetti”, donatogli dal vescovo ausiliare
di Basilea, mons. Martin Gächter, presidente del “Coetus Internationalis Ministrantium”:
Canti
- Emmanuel
Canti delle Gmg hanno accompagnato l’udienza, in una
Piazza San Pietro policromatica grazie ai diversi colori delle magliette dei ragazzi.
Sul sagrato era presente una grande statua di San Tarcisio, patrono dei ministranti,
giunta a Roma dopo un lungo pellegrinaggio partito dalla Svizzera. La statua, ha detto
il Papa, verrà collocata presso le catacombe di San Callisto dove il martire Tarcisio
venne sepolto. Ma chi era dunque San Tarcisio, ha domandato il Papa? Giovane ministrante,
ha rammentato, all’epoca delle persecuzioni dell’imperatore Valeriano, sacrificò la
propria vita pur di custodire l’Eucaristia che si era proposto di portare ad alcuni
fedeli che l’attendevano.
“Schicke mich! Dieser junge schien aber…”
“Manda
me”, aveva detto coraggiosamente il ragazzo al sacerdote che cercava qualcuno disposto
ad un servizio così impegnativo. E come aveva promesso, ha sottolineato il Papa, Tarcisio
difese le ostie consacrate fino al martirio per mano di alcuni giovani che volevano
strappargli le particole. Morente, San Tarcisio venne portato al sacerdote da un ufficiale
pretoriano convertitosi al cristianesimo. Vi giunse privo di vita, ma stretto al petto
teneva ancora un piccolo lino con l’Eucaristia. La tradizione vuole che la particola
consacrata, difesa con la vita dal piccolo martire, non fu trovata nelle mani di Tarcisio,
perché era diventata “carne della sua carne, formando così con lo stesso suo corpo
un’unica ostia immacolata offerta a Dio”:
“Liebe Ministrantinnen
und Ministranten...”
“Cari ministranti – è stata l’esortazione del
Papa – la testimonianza di san Tarcisio e questa bella tradizione ci insegnano il
profondo amore e la grande venerazione che dobbiamo avere verso l’Eucaristia”. E’
“un bene prezioso – ha aggiunto – un tesoro il cui valore non si può misurare, è il
Pane della vita, è Gesù che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino di
ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci
ha lasciato”:
“Tut großzügig euren Dienst an Jesus..."
“Servite
con generosità Gesù presente nell’Eucaristia”, ha esortato il Papa, “è un compito
importante, che vi permette di essere particolarmente vicini al Signore" e di crescere
come suoi veri amici. E li ha invitati a custodire “gelosamente questa amicizia” nel
loro cuore, “come san Tarcisio, pronto a dare la vita perché Gesù giunga a tutti gli
uomini”. Anche voi, ha detto, “comunicate ai vostri coetanei il dono di questa amicizia,
con gioia, con entusiasmo, senza paura!”:
“Jedes Mal, wenn ihr zum
Altar…”
“Ogni volta che vi accostate all’altare – ha osservato il
Papa – avete la fortuna di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua
a donarsi a ciascuno di noi ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci forza per vivere
bene”. Siete fortunati, ha detto, “a poter vivere da vicino” il grande mistero eucaristico
e li ha invitati a prepararsi bene interiormente alla Santa Messa, a non entrare in
Chiesa con superficialità. Aiutando i vostri sacerdoti nel servizio all’altare, è
stato il suo incoraggiamento, “contribuite a rendere Gesù più vicino", affinché "Egli
possa essere più presente nel mondo, nella vita di ogni giorno, nella Chiesa e in
ogni luogo”.
Liebe Freunde, ihr leiht Jesus…
“Cari
amici – ha detto il Papa – voi prestate a Gesù le vostre mani, i vostri pensieri,
il vostro tempo. Egli non mancherà di ricompensarvi, donandovi la gioia vera, la felicità
più piena”. A noi, ha concluso, “probabilmente non è richiesto il martirio” come per
San Tarcisio, “ma Gesù ci domanda la fedeltà nelle piccole cose, il raccoglimento
interiore", "la nostra fede e lo sforzo di mantenere presente questo tesoro nella
vita di ogni giorno". Ci chiede la fedeltà "nei compiti quotidiani, la testimonianza
del Suo amore, frequentando la Chiesa per convinzione interiore e per la gioia della
Sua presenza". E "così possiamo far conoscere anche ai nostri amici che Gesù vive”.
All’udienza generale ha preso parte anche il cardinale Tarcisio Bertone, invitato
dai chierichetti d’Europa in omaggio al nome del loro Santo patrono.
Canti
– Jesus Christ you’re my life
E Piazza San Pietro era stata già invasa
pacificamente ieri da 50 mila ministranti, provenienti da tutta Europa, che hanno
preso parte ad una Veglia nell'ambito del loro decimo pellegrinaggio, all'insegna
del motto “Bere alla vera Fonte”. Culmine dell’incontro, animato da canti gioiosi,
momenti di riflessione, preghiere e testimonianze, è stata la presentazione della
grande Statua di San Tarcisio, patrono dei chierichetti. Il servizio di Cecilia
Seppia:
(musica)
Foulard
colorati, bandiere di ogni Paese, sorrisi, canti: è una piazza in Festa, quella dove
ieri sera si è svolta la veglia di preghiera in attesa dell’incontro con Benedetto
XVI, una piazza rumorosa, giovane, come giovane è la Chiesa rappresentata dai ragazzi
e dalle ragazze provenienti da ogni parte d’Europa. 45 mila solo dalla Germania, ma
anche dall’Austria e dalla Francia. E ancora Polonia, Slovacchia, Romania, Croazia.
C’è anche l’Italia con i suoi mille ministranti. Insieme un esercito, dove la diversità,
come raramente accade è motivo di gioia piena e di condivisione. Sentiamo
alcune testimonianze di ministranti:
R. -
Quello che unisce è proprio la gioia e la bellezza del servizio liturgico dei ministranti.
E’ bello anche vedere ed incontrare altre persone di nazionalità diverse e fare con
loro amicizia.
D. - Cosa senti nel fare questo servizio
e cosa ti ha spinto a farlo?
R. - E' un servizio che
mi stare vicino al Signore, in prima persona.
R. -
E’ una esperienza molto bella, perché riesci a vivere la Liturgia. Quando poi si trova
un sacerdote che è innamorato della Liturgia, ne fa innamorare anche i ragazzi. Ci
si appassiona a compiere questo servizio. Il ministrante è colui che serve e, secondo
me, è anche colui che riesce a testimoniare attraverso i gesti, senza parole, agli
altri quello in cui crede.
Tra gli obiettivi di questo
pellegrinaggio dunque anche l'invito a testimoniare con coraggio la fede, come sapeva
fare Tarcisio, il martire romano, oggi patrono dei ministranti. Ieri sera la grande
statua che lo rappresenta, realizzata dall’artista svizzero Bernhard Lang, è stata
presentata e accolta tra gli applausi di tutti. Una speciale scultura in bronzo, alta
5 metri per 4 tonnellate che vuole a dire ai giovani: non restate fermi, seguite Cristo!