I leader cristiani del Kenya contro la nuova Costituzione: non tutela la vita umana
Cristiani e musulmani, elettori a favore ed elettori contro, governo, cittadini e
comunità internazionale: sono tutti i destinatari della dichiarazione congiunta dei
leader cristiani del Kenya a proposito della bozza della Costituzione. Il documento,
diffuso il 30 luglio, è sostanzialmente un appello affinché la nuova Carta costituzionale,
che verrà sottoposta a referendum il 4 agosto, venga respinta. “È vero – scrivono
gli esponenti cristiani – che la bozza contiene molti aspetti positivi, ma il bene
è mescolato al male che tocca la vita morale e i diritti della nazione, in modo irreversibile
e fondamentale”. La proposta avanzata per la nuova Carta, infatti, “non tutela la
sacralità della vita umana, l’educazione spirituale e morale dei minori e l’uguaglianza
religiosa”. I firmatari della dichiarazione congiunta, quindi, si pongono alcune domande:
“Se la bozza della Costituzione è davvero buona come dicono i suoi sostenitori, perché
sono stati spesi tanti soldi per pubblicizzarla in nome dell’educazione civica? Perché
ci sono pressioni dall’estero affinché venga approvata? Perché ha spaccato in due
il Paese? Perché cittadini innocenti hanno perso la vita in atti di violenza e terrorismo
in nome di questa bozza?”. Poi, i leader cristiani ricordano i tentativi di riconciliazione
con il governo, la volontà di sedersi a un tavolo di discussione per cercare “un consenso
accettabile per tutti”. Ma tutti questi sforzi, continua la dichiarazione congiunta,
“sfortunatamente non hanno dato frutti”. Di qui, gli inviti rivolti dai leader cristiani
ai diversi destinatari: ai contrari alla bozza della Costituzione, affinché “non si
lascino influenzare dai soldi o dalle stravaganti dimostrazioni di potere dei sostenitori
del documento provvisorio”. “Vi chiediamo – si legge nella dichiarazione congiunta
– di avere fede e di credere nel fatto che a prevalere sarà la forza della preghiera
in Gesù Cristo”. Ai favorevoli alla nuova Carta costituzionale, invece, i leader cristiani
rivolgono una preghiera “affinché possano vedere la luce e, come il figliol prodigo,
tornino a casa”. La dichiarazione congiunta si rivolge poi agli indecisi, chiedendo
loro di “riflettere su dove il Kenya è nato, su dove è attualmente e su dove sta andando,
così da cercare la saggezza divina e respingere la bozza costituzionale”. E ancora:
“Alle sorelle e ai fratelli musulmani”, gli esponenti delle Chiese cristiane ricordano
il desiderio comune di “giustizia, uguaglianza e armonia”. “Condividiamo gli stessi
problemi – sottolineano i cristiani – gli stessi sogni e le stesse aspirazioni. La
disuguaglianza verso una persona è la disuguaglianza verso tutti. Vi preghiamo di
unirvi a noi nel respingere questa Costituzione provvisoria”. La dichiarazione congiunta,
inoltre, si rivolge alla comunità internazionale: “Apprezziamo il vostro sostegno
e la vostra preoccupazione per il nostro Paese – si legge – ma vi chiediamo di non
interferire in questo momento importante che richiede una profonda riflessione da
parte del Kenya”. Infine, i leader cristiani si rivolgono ai governanti perché “si
assumano la responsabilità di guidare il Paese con l’aiuto di Dio”. “Mantenete la
nazione unita – scrivono i cristiani - siate la voce della ragione e, soprattutto,
proteggete i cittadini”. “La bozza della Costituzione – sottolineano ancora i leader
cristiani – nella sua forma attuale non è buona per il Paese”. Ribadendo l’appello
all’unità nazionale, la dichiarazione congiunta chiede a tutti i kenioti di esercitare
il proprio diritto di voto il prossimo 4 agosto, dicendo no a una bozza costituzionale
“scorretta e lontana dalla sovranità popolare”. Un documento, concludono i leader
cristiani, che non va accettato “solo per paura”. La dichiarazione congiunta termina
con una lunga lista di firmatari, tra cui la Conferenza episcopale del Kenya, la Chiesa
anglicana, la presbiteriana e la metodista, la luterana e l’Alleanza evangelica del
Paese. (I.P.)