Reporter senza Frontiere: libertà di stampa sempre più in pericolo nel mondo
Libertà di stampa sempre più in pericolo nel mondo. L'ultima aggressione riguarda
il recente rapimento in Messico di 4 giornalisti, la cui sorte è ancora ignota. Il
sequestro sarebbe opera di un gruppo di narcotrafficanti del Paese. I 4 si erano occupati
della protesta di alcuni detenuti in un carcere dove è forte la presenza di bande
narcos. Sulla situazione della libertà di stampa in Messico e nel resto del mondo
Linda Giannattasio ha sentito Domenico Affinìto, vicepresidente di Reporter
senza Frontiere Italia.
R. – La situazione
in Messico è disperante perché pur essendo un Paese democratico, è un Paese nel quale
fare il giornalista è difficilissimo a causa degli interessi dei gruppi del narcotraffico
che da tempo prendono di mira i giornalisti: molti sono tati uccisi, adesso si passa
anche ai rapimenti. E’ ovviamente una situazione sulla quale bisognerebbe focalizzare
di più l’attenzione anche da parte dei Paesi più avanzati per fare pressione politica.
D. – Qual è lo stato oggi della libertà di stampa nel mondo. Quali
i principali ostacoli per il lavoro dei giornalisti?
R. – Tutto ciò
che devia il mestiere dalla retta via, che è quella di riportare nel modo più fedele
possibile i fatti, dalle pressioni politiche ai rapimenti, le minacce, i ferimenti,
gli omicidi. Le aree più difficili sono bene focalizzate: il Continente africano,
l’area del Medio Oriente, le tensioni in Iran, zone difficili sono quelle del Sud-Est
asiatico, del Centro e Sud America. Poi ci sono aree difficili come la Russia. Le
problematiche che si vivono in Europa sono non paragonabili ad altri Paesi del mondo,
però la libertà di stampa e di espressione sta conoscendo una degenerazione dal 2001
in poi, dopo l’attacco alle Torri gemelle, perché l’Europa come gli Stati Uniti ha
deciso di fronteggiare questa nuova minaccia andando ad erodere una serie di libertà
per quanto riguarda i singoli cittadini nel nome di una sicurezza maggiore. Reputiamo
che la qualità della libertà di stampa nei Paesi avanzati sia peggiorata, sia rispetto
alla tutela delle fonti del giornalista, sia rispetto ad una serie di pressioni che
hanno avuto i giornalisti nel momento in cui si andava a trattare temi che in qualche
modo avevano a che fare con la sicurezza nazionale.
D. – Cosa bisogna
fare per difendere il lavoro di chi racconta queste realtà quando vengono alla luce?
R. – Bisogna resistere quando si è calati in queste realtà e dall’altra
parte cercare di aiutare, da parte di chi sta meglio, continuando a parlare di quelle
situazioni e cercare di aiutare anche economicamente con aiuti alle famiglie dei giornalisti
che vengono incarcerati. Continuiamo a dire che il rapimento dei giornalisti è una
cosa molto grave ma nonostante questo il giornalista deve andare e fare il suo mestiere.