Cordoglio nel mondo del cinema e della cultura per la scomparsa di Suso Cecchi D'Amico
Anche il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, quando ieri ha
appreso la notizia della scomparsa di Suso Cecchi D'Amico, si è unito personalmente
al dolore dei familiari, nel ricordo di una grande protagonista delle stagioni più
alte della storia del cinema italiano. Eccoci, dunque, ancora una volta, alla parola
sospesa che termina un altro importante capitolo di questa meravigliosa storia, ma
fortunatamente non chiude l’intero romanzo. Suso Cecchi d’Amico, stirpe di intellettuali
potenti e rispettati, rappresentante indimenticabile e quasi unica di quella “quota
rosa” che nel campo della sceneggiatura cinematografica non è mai riuscita a farsi
strada veramente, se ne va dall’alto dei suoi novantasei anni di vita, di amore incondizionato
e riservato per il cinema, brillante e nobile presenza umana, amica e collega di artisti
insuperabili e indimenticabili – ci sono tutti i più grandi nomi del cinema italiano
di un passato che sembra remotissimo e certamente rimpianto. Suso, che vedeva e poi
scriveva (secondo la sua confessione-consiglio), perché il testo, per lei, è creato
dalle immagini, plasmato dalla loro successione, e non viceversa. Nei capolavori ai
quali ha apposto la sua firma e il suo suggello – con vero spirito di collaborazione
come in Italia allora si sapeva fare, lavorando insieme a Zavattini e Moravia e tantissimi
altri – questa sua regola balza subito agli occhi e sollecita pensieri alti: i film,
di ogni genere e stile, gusto e spessore, con lei hanno avuto e avranno vita infinita,
dall’Onorevole Angelina di Zampa ai Ladri di Biciclette di De Sica, dai Vinti di Antonioni
a Senso di Visconti . Confessa, in uno dei più originali volumi dedicati ai protagonisti
della nostra storia di cinema, Anni fuggenti di Silvio Danese: “So per certo di avere
lavorato con talenti – uomini e donne – che non sono stati sostituiti. Né l’avremmo
immaginato, a quel tempo, che erano unici”. Parole vere: solo che oggi, di questa
consapevolezza di Suso, con la sua scomparsa, di questa unicità e irripetibilità,
ne siamo assolutamente certi. (A cura di Luca Pellegrini)