Berlusconi: no a elezioni e governo tecnico. Bersani: necessario esecutivo di transizione
Il dibattito politico italiana, dopo la rottura tra Berlusconi e Fini, si concentra
sul numero di deputati su cui può contare il governo in vista di appuntamenti chiave
in programma alla Camera, probabilmente anche prima della pausa estiva. Il premier
Berlusconi si è detto fiducioso, nonostante i centristi Casini e Rutelli abbiano escluso
l’appoggio dei propri parlamentari. Bersani invoca un governo di transizione. Il servizio
è di Eugenio Bonanata:
E’ tempo
di analisi e di conti ma Berlusconi ha escluso sia l’ipotesi di elezioni anticipate
sia quella di un governo tecnico. Il leader del Pd, Bersani, invece chiede un governo
di transizione per fare una legge elettorale che ridia potere ai cittadini e per varare
alcune misure economiche necessarie al Paese. Da parte sua, in colloqui con la stampa,
il premier si è detto sereno, sottolineando che adesso bisogna andare avanti con le
riforme a partire da federalismo e lotta all’evasione fiscale. Insomma per il presidente
del Consiglio procederà senza problemi il cammino del suo esecutivo che – ha ricordato
in una nota diffusa ieri – solo nelle ultime settimane ha dato prova della sua concretezza
riformatrice approvando ben quattro provvedimenti: la manovra economica, la riforma
del codice della strada, quella dell’università e la nuova legge sul cinema. L’alleanza
con la Lega è fuori discussione. Il ministro Bossi, che ha detto di preferire il voto
anticipato ad un governo tecnico, è preoccupato per il federalismo e ha ricordato
che ci sono 20 milioni di uomini pronti a battersi per la democrazia. Anche i finiani
a Montecitorio non sembrano intimorire il premier. Sono persone per bene – ha detto
– non vogliono andare a casa e voteranno quei provvedimenti previsti dal programma.
Accantonato il progetto intercettazioni, la prima prova per l’esecutivo è ormai alle
porte, e sarà la mozione di sfiducia al sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo
che le opposizioni chiedono di votare alla Camera nei prossimi giorni. I finiani,
sensibili alla questione morale, non hanno ancora reso pubbliche le loro intenzioni.
L’Italia dei Valori ha sollecitato gli ex di An per una risposta chiara. Di Pietro
guarda già al voto anticipato e ha proposto al Pd di dar vita ad una casa comune del
centrosinistra. I democratici chiedono ancora a Berlusconi di riferire in Parlamento,
ma il premier ha annullato l’annunciato discorso in Senato prima della pausa estiva
sui temi di giustizia e legalità. I centristi, infine: dopo Casini anche Rutelli ha
bocciato qualsiasi ipotesi di alleanza rifiutando la possibilità di “una campagna
acquisti” tra i parlamentari dell’Api per rimpolpare la maggioranza di governo.