2010-07-31 15:32:39

Scambio di accuse tra Berlusconi e Fini dopo la rottura


Sempre in primo piano situazione politica italiana. Scambio di accuse fra Berlusconi e Fini dopo lo strappo in seno al Pdl. Sostegno al governo, invece, dai ministri fedeli al presidente della Camera, che ha ribadito che non si dimetterà. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

E’ ancora scontro verbale tra i due cofondatori del Pdl a dominare la giornata, caratterizzata anche dal dibattito sulle possibili elezioni anticipate evocate da alcuni quotidiani e dal rifiuto di Casini, dell’Udc, di creare possibili alleanze per recuperare deputati dopo lo strappo dei finiani, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha chiesto di “salvaguardare la continuità istituzionale”. Berlusconi al vertice di ieri sera del Pdl ha tuttavia ripetuto che i numeri per continuare a governare ci sono. Sembra poi che il partito abbia rinviato a dopo Ferragosto la decisione sulla sorte dei ministri finiani, che comunque hanno garantito il proprio appoggio all’esecutivo. Nell’incontro di ieri con la stampa, Fini ha affermato che i parlamentari aderenti al nuovo gruppo denominato “Futuro e Libertà per l'Italia” sosterranno lealmente “il governo ogni qualvolta saranno prese scelte nel solco del programma”, avvertendo però che non esiteranno a contrastare le scelte ingiuste. “E' stata scritta una brutta pagina nella storia del centrodestra e della politica italiana, ha detto ancora Fini che ha accusato il premier di essere illiberale. Berlusconi ha risposto che il presidente della Camera ha iniettato il “virus della disgregazione” e lo ha invitato nuovamente a dimettersi, come fece Pertini – ha aggiunto - nel 1969 in occasione di una crisi analoga all’interno del Partito socialista. L’ex leader di An ha ripetuto però che non lascerà lo scranno più alto di Montecitorio, spiegando che il suo ruolo consiste nel “garantire il rispetto del regolamento e non la tenuta della maggioranza”. Inascoltata, per il momento, la richiesta delle opposizioni che, dopo aver parlato di crisi di governo, hanno invitato Berlusconi a riferire della questione in Parlamento.








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